Dall’arrivo alla Sampdoria di Marco Giampaolo, Antonio Candreva è meno decisivo: sulle sue prestazioni incide anche il cambio di modulo
L’arrivo di Marco Giampaolo alla Sampdoria ha comportato, come era preventivabile, il passaggio dal 4-4-2 di Roberto D’Aversa al 4-3-1-2. E qualche giocatore sta risentendo di questo cambio di schieramento, come Antonio Candreva, che dall’arrivo del tecnico di Giulianova è meno decisivo ed è riuscito a incidere solo nelle due partite casalinghe.
Contro lo Spezia è stato schierato da trequartista, mente nelle altre partite come interno nel 4-3-1-2 o, come a San Siro, nel 5-3-2. Le ha giocate tutte, esclusa la trasferta di Bergamo con l’Atalanta, saltata per squalifica. In cinque partite è entrato nel tabellino solo in casa: goal e assist con il Sassuolo e assist con l’Empoli. Non contano, però, solo le reti o gli assist.
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Lo stesso Giampaolo dopo la sconfitta di Udine, ha chiesto pubblicamente più continuità al giocatore. Nelle prestazioni e nel coinvolgimento nel gioco della Sampdoria, in cui non si sta trovando completamente. Con D’Aversa poteva agire liberamente a destra, sulla fascia, mentre con il tecnico di Giulianova si sta riadattando a un ruolo che non faceva dai primi tempi alla Lazio. E i numeri lo stavano premiando: sei goal e sette assist con D’Aversa.
Contro la Juventus, come scritto qui, potrebbe addirittura partire dalla panchina. Per le ultime dieci di campionato servirà un Candreva più coinvolto e più decisivo. Anche in trasferta.