La Sampdoria di Marco Giampaolo continua a essere una tragedia, continua a lottare per salvarsi. Ma restiamo uniti fino alla fine…
Marco Giampaolo ha fallito. La sua seconda esperienza sulla panchina della Sampdoria è una tragedia. Quattordici partite, nove sconfitte, 4 vittorie e un pareggio. E per due punti guadagnati nel derby deve solo ringraziare Emil Audero. Certo perché il nostro uno non avesse respinto quel calcio di rigore oggi saremmo realmente disperati, in lacrime, forse già moralmente retrocessi. Ma siamo gente di mare. Gente forte che guarda avanti, per forza…
Oggi se le nostre speranze sono ancora vive non è certo grazie a lui, per il Maestro di una schema elementare che ha dovuto cambiare per non andare giù diretto.
Oggi le nostre speranze di salvezza sono legate ai risultati delle altre. Perché noi continuiamo a perdere senza combattere. Basta rivedere Salernitana-Cagliari per capirlo. C’è chi lotta in campo, Chi lotta in panchina. Ci sono motivazioni che noi non riusciamo a trovare.
C’è chi se la prende con i giocatori che scendono in campo molli come la panissa, indolenti, ecc, ecc.. C’è chi se la prende naturalmente con l’allenatore. E sono sempre di più, una maggioranza democratica. Poi c’è la società con Ferrero e per chi ha memoria e sa leggere la storia: Edoardo Garrone. Il peccato originale insomma…
Ma torniamo alla salvezza. Fiorentina e Inter. Due gare complicate a prescindere. Ma anche il Genoa con la Juventus doveva esserlo, anche la Salernitana con Fiorentina e Atalanta, oppure il Venezia con il Bologna. Oppure, eppure noi perdiamo sempre, alziamo bandiera bianca senza mai avere la forza di reagire.
Salvezza o no, ed io rimango ottimista che ci classificheremo come quartultima forza di questo campionato, e con la consapevolezza che per la cessione i tempi non saranno così brevi per riuscire a programma una stagione di rilancio, sono stanco da dipendere sempre dagli altri. Avremo il nostro destino nelle nostre mani e lo stiamo buttando via. E senza nemmeno mugugnare. Ma questo è un altro capitolo, un’altra considerazione. Una riflessione da fare che ci coinvolge tutti. Tutti quelli che vogliono davvero bene alla Sampdoria e non hanno interessi intorno ai colori più belli del mondo. Perché lo sono da sempre…
Sampdoria, serve o no criticare Giampaolo e questa situazione?
Sampdoria, Giampaolo è una tragedia continua ma facciamo finta di niente…
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Genova è una città meravigliosa. C’è il sole, il mare e il pesto. Se hai i soldi puoi vivere a Nervi. Ma la scelta da noi non manca. Puoi mettere direttamente i piedi nell’acqua. Se fai il calciatore vivi in un mondo parallelo, non paghi nemmeno il ristorante, ti si aprono cancelli, non portoni. Se giochi nella Sampdoria vivi in vacanza da una vita. Una vacanza ben retribuita.
Basta chiedere in giro, a chi questa maglia l’ha indossata nei momenti belli, ma pure in quelli brutti, dove il mare era tempestoso, dove c’era aria di burrasca. Vento forte che non ha mai portato a niente se non in fondo alla classifica tra timidi mugugni e continui proclami di restare uniti.
Ma perché? Ma per chi? Io ho la forte impressione che la Sampdoria abbia bisogno di essere agitata, necessiti di pressioni, di essere presa a schiaffi da chi la commenta. Basta carezze, basta gentilezze. E soprattutto alibi. Quelle ci hanno portato solo in Serie B. Questo presidente non si può criticare, questo allenatore è bravo, conosce la squadra, l’ambiente, lasciamolo lavorare in tranquillità. E poi la squadra. Loro sono intoccabili, loro sono i nostri giocatori e non si possono criticare nemmeno loro. Di società non si può parlare. Meglio di no. E di chi c’era prima? Di chi ci ha messo in questo grandissimo casino? Ma figuriamoci. Pensiamo solo a salvarci. Perché dicono i processi li faremo dopo? Forse al mare, sotto l’ombrellone come il calciomercato…
I bersagli dei sampdoriani sono i sampdoriani stessi. Quelli che la pensano diversamente. Nella meravigliosa Genova si pensa che per salvarci basti far finta di niente e proclamare unione di intenti. Secondo me serve altro. Lo dice la nostra storia. Una storia bella certamente ma anche piena di inciampi a cominciare da quello presidenziale.
A chi pensa che sia una critica ai nostri tifosi si sbaglia. E di grosso. Loro sono belli, caldi, pieni di passione. E a Roma lo hanno dimostrato. Loro ci sono sempre. Loro devono farsi sentire con cori e canti. E lo fanno costantemente. Con chi ce l’ho? Non è difficile: con chi continua a far finta di niente…