C’è tensione in casa Sampdoria. C’è per la presenza di Ferrero allo stadio e perché i tifosi chiedono le dimissioni del Cda…
Mi sarebbe piaciuto parlare di calcio. Di Dejan Stankovic e della sua Sampdoria. E invece no. Ancora di Massimo Ferrero, di chi ha scelto di tornare sul luogo del delitto ben sapendo di essere uno dei principali colpevoli. Poi ci sono gli altri.
Una presenza scomoda per tutto, soprattutto per i modi. Senza biglietto, sempre sorridente, pronto a ridere, scherzare e mangiare e fare il tifo magari pure per la sua Roma. Ma perché farlo proprio ora? Ora che la Sampdoria respira a malapena, che in classifica è in fondo al mare. Perché far incazzare una tifoseria stanca, portata al limite da tutto e da tutti?
È due anni che si soffre in campo, di più a livello societario. È dal 2019 che la Sampdoria è in vendita e per una ragione o per l’altra non è ancora stata ceduta Eppure il calcio italiano piace agli americani. Piace tantissimo. Basta contare le proprietà arrivate da New York e dintorini.
Speriamo, tutti, nessuno escluso, che Al Thani sia vero, verissimo e pronto a portarci allo scudetto. Ma quello è il domani che tutti noi sogniamo. Ma oggi il presente è diverso. Siamo ancora incatenati all’uomo che ha superato ogni tipo di filtro. L’uomo che Edoardo Garrone ha deciso di consegnare le chiavi della nostra Sampdoria. Un errore imperdonabile.
Prima o poi ci racconterà la verità. Un giorno o l’altro dovremo sapere il perché è successo tutto questo a noi figli di Paolo Mantovani. Figli adottati da suo padre Duccio e poi abbandonati per strada…
C’è tanta rabbia, c’è forte delusione. C’è anche esasperazione e questa non fa mai bene. E c’è chi vorrebbe la testa di tutti, qualcuno anche di Marco Lanna che avrebbe dovuto lasciare lo stadio e non tornare, che avrebbe dovuto a suo tempo (vedi auguri a Rocco) prendere decisioni più forti. Tutto vero. Ma non si può mai dimenticare una cosa fondamentale per il bene della nostra Sampdoria.
Non si può dimenticare lo stato di salute della società di Corte Lambruschini. Una società malata a livello economico e finanziario che si regge ancora in piedi, pur se zoppicante, grazie alle banche, ai soldi degli istituti di credito che credono nelle persone dell’attuale Cda.
Persone in precedenza legate a Massimo Ferrero. Forse inevitabile. Ma oggi da Romei a Panconi stanno facendo i salti mortali per tenere viva la Sampdoria. Non è una difesa nei loro confronti. Non lo è. Anche loro hanno delle colpe, più o meno gravi. Ma oggi se la Sampdoria si è iscritta al campionato, paga gli stipendi e continua ad andare avanti è grazie anche a loro…
Caos Ferrero: la sopravvivenza della Sampdoria dipende anche dal Cda…
Sampdoria, Ferrero provocatore ma il Cda non si può dimettere…
LEGGI ANCHE Sampdoria, Ferrero allo stadio: Panconi lo “accompagna” all’uscita. La ricostruzione
Ci sono garanzie ad personam. E per questo Gianni Panconi era arrabbiato forse più di tutti. Lo era perché con la Roma, al suo fianco, c’era rappresentati di banche e finanziarie che oggi stanno aiutando la Sampdoria. E vedersi arrivare, senza preavviso garantiscono tutti, Ferrero non è stato un bel biglietto da visita.
Perché la fiducia degli istituti di credito e delle finanziarie passa dalla sua persona. Come quella di Antonio Romei e pure da Alberto Bosco.
Io dico che oggi il Cda non si può dimettere se non vogliamo rassegnarci all’idea di portare i libri in Tribunale. Sembra un ricatto. Forse lo è anche. Ma di quelli necessari per andare avanti perché se oggi qualcuno dei quattro signori sedute in consiglio d’amministrazione decidesse di salutare per noi sarebbero guai seri.
Il motivo principale é che se si dimette anche solo un consigliere, decade tutto il CDA (grazie ad una norma statutaria voluta da Ferrero).
E quindi, senza difendere nessuno, senza far finta di niente, cerchiamo questa volta davvero di andare avanti tutti insieme. La Sampdoria oggi va protetta, va difesa più che mai. E difenderla non significa tapparsi gli occhi ma solo la bocca. Speriamo ancora per poco…
Sampdoria, Ferrero provocatore ma il Cda non si può dimettere…