Sampdoria, Dejan Stankovic torna sul periodo a Genova: dalle promesse non mantenute a gennaio ai tifosi blucerchiati, un’esperienza che per Deki non ha prezzo
La Sampdoria è stata una pagina a parte della carriera di Dejan Stankovic. Una che, a distanza di mesi, lui ancora definisce come quelle “Che vale la pena vivere”. Perché nonostante sia stata traumatica, nonostante la squadra sia retrocessa e la società ha rischiato il fallimento, gli ha insegnato molto.
In un’intervista rilasciata al portale ungherese Ulloi129, il nuovo allenatore del Ferencvaros ricostruisce una stagione complicata, che è andata peggiorando di molto, anche a gennaio, quando gli avevano promesso che la squadra sarebbe migliorata:
Quello della Sampdoria è un capitolo della mia carriera che valeva la pena vivere. Perché ho perso solo dieci delle nostre 134 partite alla Stella Rossa. Venti in 10 mesi alla Sampdoria. E sono entrato in equilibrio con me stesso, ho imparato a perdere, il che mi insegna a comportarmi diversamente. Avrei potuto rinunciare perché sapevo chi ero e da dove venivo… C’era stata la promessa che la situazione sarebbe migliorata a gennaio, invece è peggiorata del 300%. Abbiamo perso altri sei titolari, sapevo quale fosse il nostro destino. Dal momento in cui ho deciso di restare con la squadra e il club. Perché è stato il club, i giocatori, i tifosi e io, a dire il vero.
Ecco, i tifosi. La cosa che più di tutte Stankovic ricorda piacevolmente. Quelli che, come lui, non hanno mai mollato fino a fine campionato, e per i quali è molto contento che la Sampdoria non sia fallita:
Nella Sampdoria i tifosi sono molto speciali. Non si sono arresi nemmeno per un momento, anche quando sapevano quale destino li attendeva. Ci hanno visto restare con la squadra fino alla fine… Questa esperienza non ha prezzo. È stato molto difficile come allenatore e come persona. Sono contento che qualcuno sia venuto a salvare la società e che ora possa tornare ad essere competitiva, anche se per il momento sta attraversando un periodo di transizione. La squadra avrebbe potuto scomparire, ma fortunatamente è sopravvissuta. È stata per me una bellissima esperienza, che potrà aiutarmi a risolvere molte situazioni in seguito.
Stankovic: “Ora Filip continua la mia lotta”
Sampdoria, Dejan Stankovic: conoscevo il nostro destino, a gennaio è peggiorato tutto..
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Nonostante la lunga e strenua lotta, alla fine la Sampdoria non è riuscita a salvarsi. Deki ha dovuto deporre le armi, ma lo ha fatto a testa alta. E la sua famiglia, peraltro, non ha lasciato sola la squadra. C’è un elemento di continuità. Adesso a Genova c’è il suo erede, Filip, che come ha fatto lui combatte per i colori blucerchiati:
Filip l’ultima partita non è stato chiamato in campo, ma lui è pronto. Continua la lotta in casa Sampdoria, da dove l’avevo lasciata, a testa bassa, sul serio. Non importa, appena lo vedo, non importa. Devi attraversare queste fasi.
Nell’anno negativo e duro alla Sampdoria, Stankovic ha anche perso uno che per lui era un fratello: Sinisa Mihajlovic.
Il vuoto lasciato da Mihajlovic non può essere riempito. Il sedici dicembre dell’anno scorso è stato lo shock più grande della mia vita. Anche quest’anno mi è mancato un milione di volte. Se solo avessi un minuto, vorrei potergli fare delle domande. So che darebbe la risposta giusta. Le immagini mi attraversano la mente. Il nostro padrino, mio fratello, l’amico, il padre… Cosa direbbe in certi momenti su come dovrei reagire, comportarmi, lavorare, proteggere… Lo sogno spesso, il che mi rende felice. Mi sveglio felice… Mi chiama nel sonno, so che è lì. Ovviamente Ariana e i bambini mancano di più. Ma c’è qualcosa in me che custodisco gelosamente il nostro rapporto. Niente può portare via questo ricordo. Il mio migliore amico