Crisi Sampdoria, Sergio Maria Sorace (curatore fallimentare di Ellemme) spiega le sue indagini su Massimo Ferrero e le banche “complici” del sistema. Dalle sue ricerche nascono i due filoni di indagine della Procura di Paola
Nei giorni scorsi si sono concluse le indagini del secondo filone “calabrese” relativo al c.d. Gruppo Ferrero (Crisi Sampdoria, nuova indagine della Procura di Paola contro Ferrero: coinvolte Ellemme ed Eleven Finance).
Come nel filone principale, che ha portato all’arresto di Massimo Ferrero nel dicembre 2021 e al processo attualmente in corso avanti al Tribunale di Paola, le indagini della Procura della Repubblica territorialmente competente sono partite dal lavoro certosino del dott. Sergio Maria Sorace.
La redazione di ClubDoria46 ha avuto l’occasione di parlare in più occasioni con il noto commercialista paolano, che in qualità di curatore della società Ellemme Group ha compiuto un lungo di lavoro di ricostruzione dei movimenti della società fallita che ha portato alla luce il “sistema Ferrero”.
Qualcuno ai tempi dell’arresto di Massimo Ferrero, aveva definito il dott. Sorace “Salvatore della Sampdoria”. E allora ClubDoria46 lo ha nuovamente intervistato in esclusiva per spiegare cosa sia emerso di nuovo e gli eventuali impatti sulla trattativa per la cessione della Sampdoria. Di seguito la prima parte dell’intervista.
CD46: Dott. Sorace, può spiegarci cosa ha fatto emergere il suo lavoro, che poi è stato approfondito dalle indagini della Procura della Repubblica di Paola?
Come nel primo filone, il mio lavoro si è concentrato sulla ricostruzione dei rapporti riguardanti la Ellemme Group srl, società di cui sono stato nominato curatore fallimentare.
Nello specifico vi spiego il meccanismo utilizzato:
La fallita era proprietaria di asset aziendali per euro €. 7.800.000,00 costituiti dai diritti di sfruttamento economico di opere di proprietà per €. 4.847.800 e dei crediti commerciali per €. 2.952.200.In data 02.08.2013 perviene alla fallita una proposta di acquisto da parte della società collegata Eleven Finance srl.
La fallita Ellemme Group srl accetta tale proposta senza tuttavia pretendere dalla società Eleven Finance s.r.l. il pagamento dell’importo di €. 7.800.000,00 ma ha acconsentito, con atto di accollo del 30.09.2013, che quest’ultima si accollasse il debito che la fallita aveva verso la Unicredit spa (di natura chirografaria) nei limiti di €. 7.800.000,00.
Attraverso tale operazione si è depauperato il patrimonio della fallita che è stato trasferito, senza l’incasso di alcun corrispettivo alla società Eleven Finance srl.
Dall’incrocio e dall’analisi dei dati bancari costituiti da oltre 20 conti correnti sono riuscito a scovare che la Banca Unicredit, nonostante l’atto di accollo (approvato su proposta e con parere favorevole di Massimo Ferrero e degli altri amministratori, ossia la figlia Vanessa per Ellemme e il nipote Giorgio per Eleven Finance), ha incassato la somma di euro 1.713.722,18 in danno dell’Erario titolare di un credito privilegiato di diversi milioni di euro.
In sintesi con questa operazione la società Eleven ha acquisito senza versare alcun corrispettivo asset aziendali per euro €. 7.800.000,00 mentre la Banca Unicredit ha incassato euro 1.713.722,18 mentre nulla è stato versato all’Erario.
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CD46: Cosa comportava questo atto di accollo? Perchè la Procura lo contesta?
Attraverso questo atto si sono spostati gli asset patrimoniali dalla fallita alla Eleven Finance (società sottoposta a procedura di concordato tutt’ora ancora in corso presso il Tribunale di Roma) senza incasso del corrispettivo; in ipotesi di regolare transazione la venditrice Ellemme Group avrebbe incassato l’importo di euro 7.800.000 e pagato i propri debiti tra cui l’Erario.
Con l’atto di accollo tutto ciò non è avvenuto anzi con la complicità della Banca Unicredit i cui dirigenti risultano indagati, la Eleven Finance ha disposto degli asset patrimoniale e la Banca ha incamerato la somma di circa 1,7 milioni di euro. Queste operazioni, secondo i magistrati, avrebbero favorito Unicredit, integrando il reato di bancarotta preferenziale. La banca si sarebbe infatti avvantaggiata, a danno degli altri creditori sociali di Ellemme, tra cui lo Stato italiano.
(La seconda parte dell’intervista sarà disponibile sempre su www.clubdoria46.it)