Ferrero in lizza per rilevare la Reggina dopo il fallimento, intanto ritorna sulla cessione della Sampdoria e il suo addio al club
Massimo Ferrero torna in pista. Dopo aver trovato un accordo con l’attuale proprietà della Sampdoria, che verrà ratificato il prossimo 10 aprile, è pronto a buttarsi sul progetto Reggina. La società calabrese, che ha dichiarato fallimento la scorsa estate, ora si chiama La Fenice Amaranto, è ripartita dalla Serie D e ha attirato l’attenzione dell’ex patron blucerchiato.
In un’intervista rilasciata a Tuttoreggina.com, Ferrero ha anche fatto un passo indietro rispetto al presente, ritornando a quando ha dovuto lasciare la Sampdoria in occasione del suo arresto, a fine 2021. L’ex presidente rivendica di essere andato via dal club mentre era in Serie A, con molti soldi in cassa:
Mi ritengo un uomo del fare, i tifosi sampdoriani mi hanno fatto male. Ho lasciato la Samp con 22 punti in classifica, con molti denari in cassa e in Serie A. Per me il lavoro paga e non vedo l’ora di venire a Reggio per costruire un bel progetto. Ho detto-due tre anni perché sono comunque un po’ vecchietto
Ferrero: “I tifosi della Sampdoria mi hanno fatto male. Ora voglio la Reggina”
Cessione Sampdoria, Massimo Ferrero: ho lasciato in società tanti soldi
LEGGI ANCHE Verso Sampdoria-Ternana, arriva il momento di Estanis Pedrola
Dopo quasi 3 anni da allora, con tutte le vicissitudini nel mezzo e un fallimento rischiato dalla Sampdoria, Ferrero vuole riprovare ad entrare nel mondo del calcio a partire da un altro crack, questa volta avvenuto davvero, quello della Reggina. Il Viperetta è pronto a fare un progetto ripartendo dal marchio originale, non quello nato dalle ceneri del fallimento:
Ho avuto i contatti in estate con la Città Metropolitana, adesso dopo la sentenza di fallimento c’è la possibilità di comprare il marchio. Non ci interessa l’amaranto (La Fenice Amaranto, ndr), non potevo prendere una squadra che si chiama Reggina e la chiamiamo Carmela. Ho detto due-tre anni per lavorare, per fare le cose per bene, il marchio per me è l’anima e il cuore. Quando saremo a Reggio metteremo giù un progetto e cercheremo di lavorare: non ci sono promesse da fare, il calcio non è una scienza esatta, non possiamo partire dicendo che falliremo, facciamo le corna