La puntina di Massimiliano Lussana tocca la Sampdoria, tocca Claudio Ranieri e i pochi punti fatti fin qui. Appena tre in più rispetto a un anno fa
Risultato ormai normale, purtroppo. Con un momento davvero difficile, ai confini del drammatico, iniziato con il derby di campionato, e non ancora terminato.
Due punti in sei partite di campionato, peraltro contro Torino e Genoa che sono penultimo e terzultima, e l’eliminazione nel derby di Coppa Italia, sempre contro il Genoa.
Come troppo spesso accade, un solo tempo giocato, anche bene. Come troppo spesso accade, una rimonta subita ed un blackout successivo, quando ci sarebbe da controllare.
Come troppo spesso accade, la drammatica mancanza di una centravanti: Quagliarella ha 37 anni, Bonazzoli è stato lasciato partire troppo frettolosamente, La Gumina è volenteroso ma ancora acerbo, Gabbiadini ha problemi fisici. E il risultato è questo.
Come troppo spesso accade, Ranieri che pare passivo rispetto alla situazione: anche oggi solo due cambi, lui che era stato il primo in Italia a chiedere di poterne fare cinque. E comunque nè Gabbiadini, nè La Gumina.
Far finta di non vedere sarebbe grave, anche se oggi la Sampdoria qualcosa di buono e anche un po’ di più di qualcosa, nel primo tempo l’ha fatto, esattamente come l’aveva fatto contro il Milan.
Ma il grande vantaggio accumulato in ottobre sta svanendo un po’ alla volta e i punti di vantaggio sull’ultimo posto in classifica oggi sono solo sei, cinque quelli sulla zona retrocessione.
Insomma, è il momento di farsi delle domande.
A partire da un’osservazione, che approfondiremo: tutto questo avviene ogni volta che si ricomincia a parlare di vendita della società e dintorni. Risultato “normale”, eppure era una giornata speciale.
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Sampdoria, Ranieri: abbiamo un problema: due punti in sei gare
Speciale perchè era il giorno del ritorno di Claudio Ranieri nella città che – dopo l’esordio in serie A e la salvezza di Cagliari – segnò il suo primo grande risultato in campionato: un quarto posto che qualificò i partenopei alla Coppa Uefa (oggi varrebbe la Champions) e che avrebbe potuto essere ancora più alto se fosse andato in porto il disegno di Ranieri (e di Ciro Ferrara) di riportare Diego a Napoli, come ha raccontato sir Claudio in questi giorni.
Ma anche la prima città della “crisi del secondo anno” di sir Claudio che vi ho raccontato nelle scorse settimane.
Speciale perchè, fino a un certo punto, e segnatamente fino ai cambi di Gattuso che hanno ribaltato la partita, la Sampdoria aveva giocato bene, confermando che – esattamente com’era capitato nel trittico con Fiorentina, Atalanta e Lazio con cui è stata costruita la classifica attuale – i blucerchiati fanno molto meglio contro le grandi che contro le piccole, perchè si trovano meglio a giocare in contropiede che quando devono fare la partita.
Quindi il vantaggio di Jankto è avvenuto così, due contropiedi di Quagliarella hanno “rischiato” di portare al raddoppio o al tris, il gol di Lozano a mio parere poteva anche essere annullato, ma trovo sempre ridicolo aggrapparsi agli arbitri. E – per totale onestà intellettuale – va anche detto che il palo di Lozano avrebbe meritato il gol.
E poi è arrivato il gol del meno atteso degli ex, Petagna, di cui molti avevano addirittura rimosso le tre presenze in blucerchiato, la prima fra l’altro subentrando a Manolo Gabbiadini, con un corso e ricorso di eventi.
Colpa di Augello, ancora una volta il peggiore in campo dopo essere stato per qualche mese il migliore, a cui è andato via l’uomo.
E colpa dei centrali – Yoshida e Colley, questa volta, cambiano i centrali, ma come in una proprietà transitiva dei centrali il risultato non cambia, anche se dispiace che non abbia giocato Tonelli che era stato il migliore nella scorsa partita – che avevano lasciato Petagna completamente solo in mezzo all’area, tanto che l’uomo più vicino alla punta del Napoli era addirittura Ekdal.
