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    Editoriali

    Sampdoria, il vocabolario del blucerchiato perfetto…

    Ogni tifoso della Sampdoria e non è pregato di leggere attentamente il vocabolario del blucerchiato perfetto...
    Giuseppe ViscardiDi Giuseppe Viscardi26 Giugno 2025Aggiornato:26 Giugno 2025
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    Sampdoria, il vocabolario del blucerchiato perfetto...
    Serie B 2024/25 | Sampdoria-Cosenza Tifosi Sampdoria - Bandiera
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    Ogni tifoso della Sampdoria e non è pregato di leggere attentamente il vocabolario del blucerchiato perfetto…
    Cari amici di ClubDoria46, la lunghissima, faticosa, logorante, tutt’altro che brillante stagione 2024/25 è finalmente alle spalle, con un sospiro di sollievo per l’esito che però non cancella quasi un anno di stress e di brutture assortite, tra errori dietro la scrivania e sul terreno di gioco.
    Tutto questo in un contesto melmoso di violenze verbali gratuite, accuse indimostrate, scempiaggini piovute tra autentica malafede e crassa ignoranza da parte di odiatori seriali, avvelenatori di pozzi, voyeurs del tifo altrui e comunicatori dalla dubbia morale professionale, dediti a diffondere e rimbalzare idiozie false ma credute vere perchè rilanciate millanta volte tra le portinerie e le anticamere della parrucchiera.

    Vocabolario blucerchiato dalla A alla lettera F

    A beneficio di tutti, proviamo a compilare un breve vocabolario riassuntivo della stagione.
    A – come Alberico ed Attilio. I traghettatori dell’incerta navicella blucerchiata verso l’approdo ormai insperato della permanenza in serie B. Loro, certo, ma anche tutto il gruppo, con Gregucci (Angelo, anche lui con la “A”), Bertelli, la famiglia Mancini (Andrea, ancora con la “A”: una coincidenza? Io non credo…) in veste ufficiale o meno. Hanno dimostrato che questo non era un gruppo da retrocessione, nè da play out. Era sufficiente una flebo di dignitosa sampdorianità.
    B – come “buon senso”. Quello che, secondo un noto e che-farebbe-spesso-meglio-a-tacere giornalista inspiegabilmente in auge, dovrebbe essere utilizzato al posto delle leggi. Come se, per l’omicidio della suocera, il genero potesse invocare il fatto che “sì, la legge lo vieterebbe, ma era una rompic…, e seguendo il buon senso l’ho eliminata”.
    C – come la serie che si è evitata, e che – almeno per ora – la Sampdoria non ha mai frequentato, assieme ad altre sei squadre:le milanesi, le torinesi, le romane. “C” anche come Criscitiello: vedi sotto lettera “B”.
    D – come Doriani, l’unica componente che non è mai venuta meno in questa stagione, e che è bastato trasfondere alla squadra per cambiare – per il rotto della cuffia – un finale già scritto.
    E – come Evani. Non aggiungerei altro. Ma me lo ricordavo meno tatuato… Peraltro, meglio i suoi di altri visti girare sul web e ormai pleonastici.
    F – come fango. Tutto quello gettato contro la Sampdoria, il suo ambiente, la sua tifoseria in questi ultimi due anni, facendo poltiglia di tutto quello che dicono leggi e regolamenti, rigorosamente rispettati fino a questo momento, inventandosi assurdità ripetute come ritornelli di canzoni dei Righeira e facendo sì che venissero credute da un numero incredibile di sprovveduti ignoranti. I colpevoli si annidano ovunque. I peggiori, però, sono coloro che – avendo un po’ di visibilità – hanno alimentato una campagna di odio assurdo, che non sarà facile riportare a livelli civili.

    Vocabolario blucerchiato dalla G alla lettera K

    G – come Gravina, colui che avrebbe fatto scrivere ed interpretare leggi e regolamenti per salvare sè stesso. Ne ha di responsabilità, ma questa roba non si può leggere, nè sentire. Eppure si legge e si sente.
    H – come Hotel, quello che potrebbe essere stato correo nell’intossicazione alimentare che avrebbe colpito ben 21 membri (ma solo 8 calciatori) della spedizione salernitana a Genova. Non credo di poter usare più condizionali. Fate voi.
    I – come Iervolino. Zitto e invisibile per quasi due stagioni, durante le quali è riuscito a portare la sua società da una decorosa serie A alla serie C, ha iniziato a sbraitare sguaiatamente e fuori bersaglio solo a posteriori, quasi a voler incolpare altri (vedi sotto lettera “F”) delle nefandezze della sua gestione.
    J – Come Juve Stabia, perchè a Castellammare tredici anni fa una splendida Sampdoria, in rimonta e in dieci contro undici, a sei minuti dalla fine guadagnò i play off che vollero dire una meritatissima serie A, e quest’anno, nello stesso stadio, non aveva saputo neanche ottenere i play out, arrivati solo – solo! – grazie a Cellino (v. sotto lettera “M”).
    K – Come Kasami, ma anche Esposito, Ghilardi, Stankovic, persino Pedrola: era davvero necessario azzerare un anno di buon lavoro? Il campo, ovviamente, ha detto il contrario.

    Sampdoria, il vocabolario blucerchiato dalla L alla lettera R

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    Sampdoria, il vocabolario del blucerchiato perfetto…

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    L – come Livigno: un minuto di risate di compatimento per gli allocchi (alcuni dei quali “ben introdotti”) che hanno creduto, e ancora credono, ad una delle supercazzole più riuscite della storia, quella del ritiro pagato dal CONI (procedura iterata recentemente per Coverciano e Trigoria). Sapete cosa direbbe Vittorio Sgarbi?
    M – come Massimo Cellino, direi il simbolo di questa enorme confusione generata in coda al campionato di serie B. Due anni di accuse – io non dimentico – sparate a caso, e forse persino come corifeo di qualche altro “Massimo” a caso, e poi seconda retrocessione in tre campionati (due anni fa, lui sì ripescato), taroccando le scadenze fiscali nel modo che ormai sappiamo e non iscrivendo la sua squadra al campionato successivo. Però, paginone sulla “rosea” da dove puntava il dito sulla volontà (indimostrabile e indimostrata, v. sotto lettera “F”) di salvare la Sampdoria. Ripreso persino da qualche battitore di tamburi di queste parti, come se fosse – Cellino, avete capito bene – una fonte attendibile. Il quinto evangelista.
    N – come Novotel, ossia il nuovo Watergate (chi ha qualche anno di più la capirà). E chissà quanti altri marmelli calcistici, quali complotti, sono nati tra quelle mura, e noncielodicono!
    O – come Olly: sentir cantare “Balorda nostalgia” negli spogliatoi di Salerno mi ha persino fatto rivalutare il gruppo che – questo è un fatto, non siamo terrapiattisti – era riuscito a precipitare in terza serie (senza, precisiamolo, le gravi inadempienze della società Brescia, v. lettera “M”),
    P – come “poteri forti”, quelli che – invece di cavarsela con l’assegnare un paio di rigori quando c’erano e pure grossi durante la stagione regolare (e sarebbe stato tanto, tanto facile) – avrebbero orchestrato tutto per salvare la Sampdoria attraverso un meccanismo che, al confronto, gli aggeggi volanti di Dick Dastardly erano di funzionamento lineare e perfetto per catturare i piccioni (absit iniuria verbis).
    Q – come querele: quelle che spero diventino fatti nei confronti di chi si è reso ripetutamente artefice di affermazioni e azioni vergognose, dai biglietti in funzione “antidoriana” alle farneticazioni che, ciclicamente, vorrebbero risalire addirittura agli albori fino ad attaccare addirittura il periodo d’oro.
    R – come ripescaggio: quello che NON è successo alla Sampdoria, che ha avuto titolo per giocare il play out per la penalizzazione del Brescia, maturata a norma di regolamento (che non è stato riscritto nottetempo da Gravina, v. sotto lettera “G”).

    Vocabolario blucerchiato dalla S alla lettera Z

    S – come Sampdoria e Salernitana, che hanno disputato il play out retrocessione. Non c’è stata partita. Spazio per le polemiche pari a zero e risultato ineccepibile.
    T – come Tribunale. Quello che, secondo alcuni stimati professionisti, avrebbe basato un accordo di ristrutturazione del debito (finora onorato addirittura in anticipo) su premesse errabonde, come l’alea di un esito sportivo. Un po’ come se la banca accettase un piano di rientro sulla base di una dichiarazione che, a forza di acquistare un “Gratta e Vinci” al giorno, ogni mese si riesca a pagare la rata.
    U – come Unione Calcio Sampdoria, l’insieme delle sue persone, del suo ambiente, della sua storia, del suo stile, della sua gente: le basi per riprovarci. Sapendo che non è detto che ci si riesca.
    V – come Vialli, anzitutto, e con lui tutti gli eroi “che vanno a dormire con il pigiama della Sampdoria” (a partire da quelli che non ci sono più), “gli undici tifosi che giocano meglio a pallone”, che hanno recuperato con il cucchiaino la malandata navicella blucerchiata e sono stati capaci di rimetterla in mare, e di trascinarla in porto.
    W – come W i poterih fortih, la Legah, i Sette Savi di Sion, lo Spectre, i Navy Seals, l’Esercito della Salvezza, i pompieri di Viggiù, l’ABI, che hanno condizionato le altre società e hanno superprotetto la Sampdoria per settantanove, lunghissimi anni, e forse anche da prima.
    X – come gli Xeneises, la cui maglia – insieme a quella blucerchiata, e non per caso – è considerata la più bella del mondo.
    Y – come il bivio in cui si trova adesso la dirigenza: rompere nuovamente il Lego faticosamente rimesso in piedi, o tenerne almeno una parte? …ma sapendo che non hanno più margine d’errore.
    Z – come Ziliani. A volte uno si chiede se arrivano da sole o se ci pensano i compagni di fiasco. Quelli che cercano contemporaneamente di guardarci dentro (v. sotto lettera “F”).
    Alla prossima!

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