Sinisa Mihajlovic: “Eto’o campione, ma ha ‘indebolito’ la Sampdoria”. L’ex allenatore blucerchiato racconta il suo rapporto con l’attaccante
Nella sua autobiografia “La partita della vita“, Sinisa ha raccontato del suo rapporto con il presidente blucerchiato(“Quello che non sapete di Massimo Ferrero” “Ferrero? pensavo fosse quello della Nutella”)
Ma durante la sua esperienza sulla panchina della Sampdoria, Sinisa ha avuto a che fare anche con un grande campione, Samuel Eto’o.
Anche a lui sono dedicate alcuni pensieri: lo definisce un giocatore meraviglioso: “E’ stato stimolante averlo in squadra e un piacere allenarlo” dice il tecnico serbo.
Essendo arrivato alla Samp “sul viale del tramonto”, Mihajlovic racconta di avergli studiato un ruolo più congeniale tra le linee rispetto a quello di attaccante-terzino come ai tempi del Triplete interista.
Non mancano poi gli aneddoti, come quando Eto’o chiese al ‘sergente’ Sinisa se un giovedì sera poteva portare tutta la squadra a sue spese a giocare al casinò a Montecarlo. La risposta possiamo immaginarla, ma Miha l’ha scritta: “gli ho risposto se fosse pazzo”
Nonostante la stima, l’ex allenatore blucerchiato si era però reso conto che l’attaccante camerunense che inconsapevolmente ‘indeboliva’ la squadra. In allenamento, per rispetto, i compagni non entravano su di lui, facendo calare drasticamente l’intensità della seduta.
Il problema, più nostro che suo, è che con la Sampdoria non c’entrava niente. Portava al polso orologi da trecentomila euro, aveva una macchina che non so neanche quanto costasse. I compagni in allenamento evitavano anche di entrare su di lui per rispetto. Le sedute avevano perso all’improvviso il venti per cento dell’intensità. Samuel condizionava senza volerlo.
La distanza tra Eto’o e il mondo Sampdoria venne fuori in almeno un’altra occasione, come racconta lo stesso Sinisa
Una volta abbiamo anche discusso, perché dopo una prestazione negativa il lunedì avevo tolto il giorno libero alla squadra, lui è venuto al campo e ha detto che per lui era sacro e non si sarebbe allenato. L’ho lasciato andare, poi il giorno dopo lo abbiamo convocato in sede: ha capito e chiesto scusa. Ho un bel ricordo di Eto’o, l’ho avuto alla fine della carriera, ma è stato un giocatore enorme.
Insomma, una parentesi di sei mesi che è stata più un colpo ad effetto dell’allora neo presidente Ferrero che un acquisto mirato…