Le difficoltà della Sampdoria nascono dal momento no di Sabiri che deve riaccendere la luce per illuminare il gioco di Giampaolo…
Uno degli argomenti che maggiormente tiene banco tra gli appassionati e i commentatori di cose blucerchiate è il rallentamento – diciamo così – che sta attraversando Abdelhami Sabiri da tre partite a questa parte.
È quindi partita la caccia al problema: la collocazione, la forma fisica, lo scadimento complessivo delle prestazioni della squadra. Senza pretesa alcuna di assolutezza proviamo allora a decifrare la situazione e ad immaginare qualche possibile scenario.
Anzitutto, il ragazzo. Ha talento, ha stoffa da leader, sa essere trascinante, e lo ha dimostrato. Non è arrivato giovanissimo alle grandi platee, ha ventisei anni e fino a gennaio giocava in serie B. Non ha tempo da perdere, e probabilmente lo sa. Come sa di avere finalmente attirato l’attenzione del C.T. del Marocco, che andrà ai Mondiali. Si gioca tanto in questa stagione, e ne è consapevole. È la sua occasione. Il suo autobus. Un fattore che lo sta motivando ma del quale, forse, inizia ad avvertire il peso. Anche perché la sua squadra di club, da diversi mesi, alla disperata ricerca di figure carismatiche (ho sempre pensato che alla voce “eroi” – e non solo a quella – Bertolt Brecht avesse torto marcio), si è aggrappata a lui come fosse un salvagente.
Sampdoria, Giampaolo deve dare una mano a Sabiri…
Sampdoria, Sabiri per favore riaccendi la luce
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Il suo inizio di stagione è stato esattamente come il finale della precedente: straripante. Palla a Sabiri e qualcosa succede. Poi, senza un vero e proprio tracollo, il meccanismo ha dato segni di flessione.
Il modulo? Non credo. Esterno nel 4-1-4-1 ci ha giocato nel finale della stagione scorsa e nell’inizio di questa, con ottimi risultati. Quindi l’essere troppo defilato rispetto alla sua zona di campo preferita non sembra una motivazione particolarmente stringente. Anche da trequartista, spostato più verso il centro, ha fatto fatica.
Il dialogo con i compagni? Forse, ma solo in parte. Vicino a lui hanno giostrato in prevalenza giocatori di qualità ma forse poco propensi al sacrificio, come Djuricic. Per dire, il versante destro è meno qualitativo e più muscolare, e sembra complessivamente più efficace. A sinistra la Sampdoria vede spesso i giocatori più dotati tecnicamente sovrapporsi e calpestare la stessa zolla.
A mio vedere, il problema principale – oltre ad un legittimo momento in cui si rifiata dopo una lunga sgroppata – è che adesso gli avversari gli hanno preso le misure. Sabiri non è più un UFO, ma un giocatore che gli altri temono e che, quindi, vogliono neutralizzare secondo strategie diverse. Alcune lecite, altre decisamente no, come il fallo intimidatorio di Veloso nel primo giro di lancette della gara di Verona. Quello sì, da giallo. Non quella sbracciata veniale nel saltare per cercare un pallone di testa che gli è costata un cartellino immeritato.
Come se ne esce? Con le sue qualità, nelle quali personalmente credo moltissimo. Può bastare una giocata, un metro di spazio trovato o cercato. E Sabiri, beniamino della Sud, tornerà a infiammare i cuori blucerchiati.
 
									 
					


