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    Editoriali

    Sampdoria, profumo di B (e D’Aversa non è il colpevole)

    La decisione di mandare via Roberto D'Aversa dalla Sampdoria non convince Massimiliano Lussana preoccupato come tanti tifosi blucerchiati
    Luca UccelloDi Luca Uccello17 Gennaio 2022Aggiornato:27 Febbraio 2024
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    sampdoria d'aversa
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    La decisione di mandare via Roberto D’Aversa dalla Sampdoria non convince Massimiliano Lussana preoccupato come tanti tifosi blucerchiati

    Dunque, partiamo dalla classifica. Udinese e Sampdoria 20 punti (ma con l’Udinese con tre partite in meno rispetto ai blucerchiati), Spezia 19 (con una partita in meno), Venezia 17 (due partite in meno), Cagliari 16 (una partita in meno), Genoa 12 (una partita in meno), Salernitana 11 (due partite in meno).

    Eppure, se possibile, la situazione della Sampdoria è molto peggiore di quello che racconta la classifica, alla faccia di quelli che festeggiavano per l’arresto di Ferrero. E, di quelli che esultano semplicemente leggendo ogni settimana le notizie su nuovi acquirenti, eternamente rinviati alla settimana e al pissi pissi successivo.

    Ciascuno di noi ha un “cuggino”, un cognato o un salumiere “che conosce benissimo Tizio e Caio” e che assicura che il cassiere della banca dietro l’angolo della salumeria gli ha assicurato che sono state depositate fideiussioni ricchissime per acquistare la Sampdoria domani.

    Per carità, piacerebbe anche a me, ma dopo due anni di queste storie, se c’è qualcuno appassionato del genere letterario – ovviamente massimo rispetto, anche perché solitamente gli scrittori sono davvero bravi – anche basta. Perché, per l’appunto, i contratti di vendita di società, soprattutto se in qualche modo indirettamente coinvolte da un concordato, sono altre cose.

    Ma la situazione della Sampdoria pare in disfacimento e molto simile a quella del 2011. È come se in moltissimi avessero la pancia piena, pensando che i venti punti sono talmente tanti che ci si può permettere di finire qui il campionato aspettando magnifiche sorti e progressive e gli uomini più ricchi del mondo, almeno quelli non ancora accasati sull’altra sponda del Bisagno.

    Sampdoria, D’Aversa paga anche colpe non sue…

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    Sampdoria, profumo di B (e D’Aversa non è il colpevole)

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    Però, poi, bisogna essere seri. In campo, per me si sono salvati in pochissimi: uno straordinario Falcone che, se come avevamo auspicato sulla Puntina fosse stato titolare da inizio campionato, probabilmente avrebbe assicurato almeno cinque-sei punti in più.

    Ciervo che a mio avviso deve giocare titolare e non solo per lo straordinario assist per Quagliarella, Alex Ferrari che ha stupito per la pulizia e la puntualità degli interventi e Rincon che comunque non appare venuto a svernare, anzi, e ci mette il doppio della voglia di Adrien Silva.

    Il problema è che sono calati moltissimo altri. Dragusin, partito bene, ultimamente è un disastro. Augello è l’ombra di se stesso e Thorsby che oggi è stato il peggiore anche perché il taglio e la fasciatura gli hanno impedito anche psicologicamente di provare a darci di testa.

    C’è da chiedersi come mai D’Aversa non l’abbia tolto prima. Poi, in verità, guardando che in panchina a scaldarsi c’era Ronaldo Vieira, forse si capisce, ma Yepes Laut e Trimboli potevano venire buoni e Candreva da qualche partita ha perso lo straordinario tocco magico che aveva.

    E poi ovviamente c’è il problema gigantesco davanti: Caputo, che pure ha segnato oggi, ma ha segnato e basta; Quagliarella ha sfiorato il goal, ma solo sfiorato e resta a quota uno e Torregrossa è chiaro, come lo era fin dal giorno del suo arrivo a quelle cifre, che non poteva giocare in serie A con continuità.

    Insomma, credo che il problema degli attaccanti sia gravissimo e inizierei a guardare anche in serie B per cercare giocatori che possano fare meglio di questi. Soprattutto fra trequartisti e attaccanti c’è parecchio da apprezzare, a mio parere.

    Sampdoria, a preoccupare sono sempre i numeri negativi della squadra di D’Aversa…

    top flop sampdoria torino

    Sampdoria, profumo di B (e D’Aversa non è il colpevole)

    Le statistiche della partita – devastanti persino al di là dei due colpi di testa di Thorsby (in verità colpo di turbante) salvato sulla linea di porta da Ricardo Rodriguez, e di Quagliarella, fuori di un soffio dopo uno splendido cross di Ciervo – parlano di un Torino che ha meritato assolutamente di vincere.

    Anche se, oggettivamente, è una magra consolazione, magrissima, ma va detto che l’incontro dell’Epifania con il Cagliari era stata molto peggio. La storia odierna era quella di un avversario, il Torino, con cui la Sampdoria ha giocato la peggiore partita in campionato (oddio, non è che le due sfide con il Cagliari siano da ricordare, per l’appunto) e la migliore in Coppa Italia. E quindi era la partita della verità.

    Ennesimo appuntamento mancato. Poi, diciamolo, i dati sul pubblico sono ogni settimana più devastanti. Tantissimi dei tifosi da divano o da social allo stadio non ci vanno e non hanno più nemmeno l’alibi di Ferrero a cui dedicare i cori. Ma i dati sull’affluenza sono ogni settimana peggiori.

    La Lega ha ridotto la capienza a 5000? La Sampdoria, senza nemmeno l’aiuto di un Crisanti che invoca più rigore, ha fatto oggi 2549 paganti, per un incasso di 27mila 902 euro, probabilmente non ci si paga nemmeno la bolletta della luce.

    E devo fare un plauso ai tanti giovanissimi che erano in Sud perché almeno hanno cantato, hanno incitato, hanno provato a viverla. Ed è l’unica cosa positiva che riesco a tirare fuori dalla partita con il Torino…


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