Cessione Sampdoria, il trust da salvavita per i blucerchiati è diventato un vero ostacolo alla vendita. Il commento di Primocanale
La cessione della Sampdoria, nonostante le iniziali speranze e qualche proclama poco lungimirante, sta andando oggettivamente troppo per le lunghe. E i rischi, man mano che i giorni passano, sono sempre maggiori per la società blucerchiata. Difficile trovare un colpevole univoco per tutti questi rallentamenti, anche se uno in particolare potrebbe averli facilitati molto.
L’ostacolo principale alla cessione della Sampdoria, secondo Primocanale, è il trust Rosan, nel quale la società è ingabbiata. Dapprima forse le ha permesso di non venire risucchiata direttamente dentro le vicende processuali di Massimo Ferrero, ma adesso ne è vincolata parecchio. Ecco il pensiero di Stefano Rissetto, giornalista dell’emittente genovese:
La ferma volontà del “venditore” di non privarsi del bene che, in una carriera imprenditoriale più di ombre che di luci, rappresenta fortuna e al tempo stesso ancora di salvezza, ha trovato un alleato solido in quel passo formale che era stato incautamente presentato come il primo passo per una nuova proprietà: l’ingabbiamento della Sampdoria in un “trust”, ovvero custodia fiduciaria, a valutazione di 33 milioni e a garanzia di due distinte procedure concordatarie relative ad altrettante società in crisi del gruppo proprietario.
Più passa il tempo e più quel “trust Rosan”, sede in Italia e disciplinato dalla legge dell’Isola di Jersey, si rivela un ostacolo inespugnabile alla cessione. Chiunque si avvicina alla Sampdoria, infatti, deve affrontare la questione dei 33 milioni relativi alla “liberazione” dal trust, ancor prima che affacciarsi sulla situazione economica, non floridissima, del club.
Cessione Sampdoria, Primocanale: “Senza il trust sarebbe più appetibile, ma è tutela di Ferrero…”

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Delineata quella che è la situazione, il giornalista di Primocanale propone quella che potrebbe essere la soluzione: rimodulazione del trust o dei suoi aspetti economici.
Una prospettiva catastrofica di sostanza e di immagine, rispetto alla quale vanno percorse rapidamente strade alternative, quali la rimodulazione dello stesso “trust” o in subordine dei suoi aspetti economici, visto che questa “gabbia” in cui si trova da due anni la Sampdoria era stata costituita in un tempo in cui la situazione della società era sotto ogni aspetto migliore di quella attuale.
La Sampdoria sarebbe più appetibile senza questo trust, che frappone ostacoli burocratici, rallenta le operazioni e, soprattutto, tutela Ferrero, più che la società:
La Sampdoria sarebbe insomma molto più appetibile, forse addirittura sarebbe già stata venduta, se non si trovasse in questa “gabbia”: una costruzione giuridica valutata come legittima in partenza, ma la cui configurazione potrebbe diventare diversa secondo gli eventi. Il “trust” tutela il Viperetta non solo davanti ai suoi creditori, ma anche dai pretendenti alla Sampdoria. Uno stallo che col passare del tempo diventa, agli occhi di chi vuole bene alla bandiera blucerchiata, sempre meno accettabile.