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    Editoriali

    Sampdoria, ogni Coda al suo posto…

    La Sampdoria di Massimo Donati ha rimesso ogni Coda al suo posto con una vittoria arrivata con la migliore formazione, almeno oggi...
    Giuseppe ViscardiDi Giuseppe Viscardi7 Ottobre 2025
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    sampdoria coda
    Serie B 2025/26 | Sampdoria-Pescara Fabio Depaoli-Massimo Coda-Simone Pafundi-Nicholas Ioannou - Esultanza finale
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    La Sampdoria di Massimo Donati ha rimesso ogni Coda al suo posto con una vittoria arrivata con la migliore formazione, almeno oggi…
    Domenica pomeriggio, arrivando allo stadio, con gli amici e compagni di banco in tribuna stampa nasceva spontanea un’osservazione, dettata dal buon senso e dalla ormai lunghissima frequentazione degli stadi. Avendo due sole punte in organico, delle quali una ben strutturata ma piuttosto avanti negli anni, e una che punta centrale esattamente non sarebbe, per movimenti e fiuto del goal, l’idea di partire inizialmente con la seconda e poi, a partita in corso, far subentrare la prima non sembrava, a priori, la scelta migliore, soprattutto se si è chiamati a fare la partita.
    Traduzione: se inizi con Marvin Cuni in gare casslinghe, con squadre alla tua portata, lo metti nelle peggiori condizioni possibili per far vedere cosa sa fare, e lo fai rendere meno di quanto potrebbe, specialmente se in un tridente uno degli appoggi è un centrocampista adattato (per quanto corsaiolo come Benedetti, non male nelle ultime apparizioni) e l’altro un ragazzo molto dotato ma a caccia di esperienza.
    Se poi Massimo Coda subentra nel finale, a squadre lunghe e spazi larghi, lo costringi ad estenuarsi nelle rincorse e senza potersi destreggiare in area, la sua zona di comfort.
    Così, leggendo la formazione iniziale del match con il Pescara, ci era venuto naturale un: “Ecco, questo sulla carta è l’undici più coerente”, considerando che i talenti alle spalle di Coda erano due, votati all’attacco e tecnicamente di livello superiore.

    Sampdoria, Massimo Coda è stata la scelta giusta!

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    Sampdoria, ogni Coda al suo posto…
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    E se già il primo tempo aveva lasciato, ma solo a sprazzi, intravedere qualcosa di positivo (ad esempio il gran pallone lavorato da Coda per il sinistro di Pafundi rintuzzato in angolo da Desplanches), e l’essere andati sotto nel punteggio sembrava una coltellata proditoria, nella ripresa la scelta di Donati di inserire Giordano e cambiare fascia a Venuti e De Paoli permetteva ai due ragazzi di diventare irresistibili. Quattro reti, e sarebbero potute tranquillamente essere otto. E senza rischiare niente: un centrocampo con maggiore sponda offensiva poteva permettersi di coprire al meglio la mediana con un Abilgaard dominante e un Bellemo alla, direi, migliore recita in blucerchiato. Persino Cuni, con più spazi, nel finale è stato più incisivo.
    E la difesa, da quando è arrivato Hadzikadunic ed è stata registrata, ha perso tre reti in quattro partite dopo averne subiti sette nelle prime tre.
    Segnali.

    Mi sembra di poter fissare alcuni punti che emergono.

    Il primo è che la rosa è quella che è, con abbondanze in certi reparti e lacune in altri.
    Il secondo è che c’è consapevolezza tecnica di questo: a Donati va dato atto di aver studiato le mosse per risolvere i problemi più evidenti, e alla squadra averci creduto. Da Monza in avanti la crescita è sotto gli occhi di tutti, tranne dei prevenuti.
    Il terzo è che bisogna confermarsi, senza farsi prendere la mano da un entusiasmo eccessivo e fuori luogo.
    E quando i giocatori ancora in ritardo di condizione o fisicamente non a posto saranno nuovamente disponibili, le frecce all’arco di Donati aumenteranno.
    Obiettivo? Fare meglio di un anno fa. Non è impossibile.

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