Sampdoria, l’agente di Flavio Paoletti contento dei primi mesi e della crescita del centrocampista al Karagumruk. Ma finora ha giocato davvero poco
Nel grande ricambio della rosa che la Sampdoria ha sperimentato quest’estate, ha lasciato Genova anche un ragazzo che con il blucerchiato addosso ci è cresciuto: Flavio Paoletti. Il classe 2003 ha compiuto il suo percorso nel vivaio, per poi arrivare anche all’esordio in Prima squadra, con Dejan Stankovic in panchina, l’8 gennaio 2023, coronando così la sua scalata fino ai professionisti.
Ma poi, nel calciomercato estivo, le scelte della società lo hanno portato a dire addio. E adesso, a 20 anni, sta facendo la sua prima esperienza di vita e di carriera all’estero, al Fatih Karagumruk. Proprio quella squadra da cui proviene non solo Andrea Pirlo, ma anche il duo Fabio Borini e Matteo Ricci. Un percorso all’incontrario di cui è molto contento, stando a quanto ha dichiarato il suo agente, Stefano Lombardi, ai microfoni di Tuttomercatoweb:
Si è ambientato molto bene. Gli piace molto il contesto in cui si trova e sta crescendo
Sampdoria, Paoletti: partenza in salita al Karagumruk
Sampdoria, l’agente di Paoletti: al Karagumruk sta crescendo. Ma i numeri…
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Paoletti sembra contento dell’ambiente in cui si è ritrovato a lavorare, peraltro pieno di giocatori italiani (Stefano Sturaro, Kevin Lasagna, Federico Ceccherini, Davide Biraschi), tradizione che il Karagumruk ha già inaugurato da anni. E l’agente anche si ritiene soddisfatto per il suo percorso di crescita. Che, però, non è partito benissimo.
Certo, un’esperienza all’estero aiuta a maturare come persona, per il carattere, per la cultura, per gli stimoli. Ma calcisticamente l’avventura di Paoletti poteva cominciare meglio. L’ex Sampdoria fatica a trovare spazio, e finora ha collezionato appena 23 minuti, tutti alla quinta di campionato. Poi solo panchina, mentre nelle ultime due è rimasto anche fuori dalla lista dei convocati per via di problemi fisici.
Insomma, giocatore e agente si dicono soddisfatti di quella che, a tutti gli effetti, è un’esperienza stimolante, in un calcio completamente diverso. Però c’è da augurarsi che, da ora in poi, possano arrivare più minuti e più occasioni di crescita anche sul campo.