Sampdoria, la canzone di Paolo Conte, la storia di Gerbi e quella di Stankovic

La canzone di Paolo Conte, la storia di Gerbi e quella di Stankovic alla Sampdoria. Intrecci che portano a Milano, a San Siro…
E poi stasera è tardi perché al Carlo Felice c’era Paolo Conte e sarebbe valsa la pena di arrivare con Nicolò Sasso, se si era una ragazza per vedere Nicolò, nel mio caso per sentire “Via con me” che è una grande storia d’amore e poi per sentire “Gli impermeabili” e “Diavolo rosso” che è la storia di un ciclista che espugna la grande pianura.
Ed è un po’ la storia della Sampdoria che vince a Cremona, tredici minuti e ventuno di musica e di assoli splendidi di sax, di fisarmonica e di passaggi epici degli undici musicisti che suonano con l’Avvocato di Asti, a raccontare per l’appunto la storia di un ciclista astigiano Giovanni Gerbi, pioniere delle due ruote su strada: leggenda vuole che il soprannome venne affibbiato da un parroco quando, durante una fuga, Gerbi transitò nel bel mezzo di una processione religiosa.
Il testo che attraversa il quasi quarto d’ora di musica dice:
Quelle bambine bionde
Con quegli anellini alle orecchie Tutte spose che partoriranno Uomini grossi come alberi Che quando cercherai di convincerli Allora lo vedi che sono proprio di legnoDiavolo rosso, dimentica la strada
Vieni qui con noi a bere un’aranciata Contro luce tutto il tempo se ne vaGuarda le notti più alte
Di questo nord-ovest bardato di stelle E le piste dei carri gelate Come gli sguardi dei francesi Un valzer di vento e di paglia La morte contadine Che risale le risaie E fa il verso delle rane e puntuale Arriva sulle aie bianche Come le falciatrici a cottimoVoci dal sole, altre voci
Da questa campagna altri abissi di luce E di terra e di anima, niente Più che il cavallo è il chinino E voci e bisbiglio d’albergo Amanti di pianura Regine di corriere e paracarri La loro, la loro discrezione antica È acqua e mieleDiavolo rosso, dimentica la strada
Vieni qui con noi a bere un’aranciata Contro sole tutto il tempo se ne vaGirano le lucciole
Nei cerchi della notte Questo buio sa di fieno e di lontano E la canzone forse sa di ratafià…
Fosse per me, che amo questa canzone immensamente, troverei una metafora calcistica per la Sampdoria di Cremona in ogni verso.
Ma mi concentro sulla fine: “Questo buio sa di fieno e di lontano”.
A San Siro la Sampdoria di Stankovic può cominciare un altro campionato…
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E forse, davvero, il buio della Sampdoria di Marco Giampaolo, è finito in queste settimane e, definitivamente, oggi con la prima vittoria della stagione. E, soprattutto con lo score, di Dejan Stankovic: pareggio a Bologna che avrebbe potuto essere disfatta se la squadra di Thiago avesse trasformato la traversa nel 2-0 e invece alla fine era stretto; sconfitta di misura per un rigore (che c’era) contro la Roma, ma con dignità, una dignità dimenticata fino a poche settimane prima; vittoria soffertissima e al dodicesimo rigore contro l’Ascoli che però ha regalato gli ottavi di Coppa Italia a gennaio a Firenze e oggi a Cremona il primo successo dell’anno.
Successo che arriva alla fine di una giornata quasi perfetta in coda: perde ovviamente la Cremonese, che è a 4 punti; perde il Verona in extremis, che è a 5; la Samp sale a 6, per la prima volta non ultima e a due soli punti dalla zona salvezza con Lecce a 8 e Spezia a 9 che perdono pure loro. E, per la cronaca, a 10 oltre a un Bologna in ripresa, ci sono la Fiorentina scippata e sconfitta, il Monza che ha perso ma gioca a calcio e l’Empoli a 11 che ha perso anch’esso.
Insomma, praticamente la giornata perfetta.
Perfetta anche perché Audero, dopo sei minuti, ha parato il rigore che avrebbe potuto cambiare la partita e perché, prima del goal di Colley, che sembra non saper più difendere, ma se segna lo perdoniamo, abbiamo visto un altro capolavoro di Deki. Perché io credo che, fra le tante cose incredibili che abbiamo visto alla Sampdoria dopo l’esonero di Roberto D’Aversa e prima dell’arrivo di Dejan Stankovic, ci fosse la sparizione – addirittura dalla panchina! – di Gerard Yepes Laut che è chiaramente migliore di Villar e Vieira messi insieme, che D’Aversa aveva fatto esordire, che Giampaolo ha cancellato, così come ha cancellato il calcio, fra gli applausi dei ragazzi del coro, e che Deki sta facendo giocare con ottimi risultati.
Del resto, basta parlare con i giocatori (e magari leggere la Puntina) per capire un minimo di calcio. E credo che il prossimo possa essere Trimboli, in prospettiva migliore di Rincon, che pure è uno che suda la maglia, sempre.
Sabato sera a Milano, con l’Inter, inizia proprio un altro campionato.
E lo sguardo di Marco Lanna dalla tribuna è quello che serve, uno splendido ossimoro: dolcemente durissimo.
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