Tino De Luca, papà di Manuel, racconta il momento d’oro del figlio, arrivato alla Sampdoria nel 2021 anche per la passione per Luca Vialli e Roberto Mancini
L’uomo copertina della Sampdoria in questo momento non può che essere Manuel De Luca. Dopo tante difficoltà, soprattutto fisiche, il numero nove blucerchiato si sta caricando sulle spalle la squadra, per la gioia dei tifosi, di Pirlo e di papà Tino, che da tre anni vive in Brasile, ma non si perde ua partita del figlio.
All’edizione genovese de La Repubblica, il papà di De Luca spiega che, nonostante i sette goal in un mese e mezzo, questo non sia ancora il suo massimo. Manuel può dare ancora di più:
Non è al massimo, lo considero all’85%. Ha margini dal punto di vista tecnico e potrebbe rischiare di più. Gioca semplice, sponda e conquista delle cosiddette seconde palle, come gl chiede Pirlo, ma può fare meglio. I goal spettacolari fanno parte del suo repertorio. Semmai deve essere più cinico sotto porta, ma non esiste un attaccante infallibile. Su calcio di rigore aveva sbagliato finora solo con Iannarilli ai tempi del Perugia e lunedì si è riscattato. Non era facile.
Tanti giri per Manuel. L’Inter che non ha voluto investire 400.000, poi il Torino, l’esordio con Sinisa Mihajlovic e le tappe di Renate e Alessandria. Nel 2020 il Chievo, il fallimento e le tante proposte, ma alla fine ha vinto il richiamo dei colori più belli del mondo:
C’erano anche Spezia e Sassuolo, ma in famiglia abbiamo sempre avuto un debole per la Sampdoria, una maglia unica, Vialli e Mancini. Faggiano ci ha convinto. Manuel non ha potuto fare il ritiro per una piccola lesione al polpaccio e si è ritrovato a Perugia. Lo voleva l’Amburgo, aveva fatto anche un colloquio, ma poi è saltato tutto, Dopo un buon precampionato, era fatta con il Pisa, ma Quagliarella e Giampaolo hanno convinto la società a tenerlo.
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L’infortunio al ginocchio dell’agosto 2022, però, gli ha fatto perdere la stagione. In questa ha faticato molto prima di ritrovarsi e di ritrovare i goal. Importanti, importantissimi per i playoff dopo aver perso la confidenza con il pallone:
Aveva perso confidenza con la palla e fiducia nelle sue possibilità. La testa è fondamentale per un calciatore e ha passato momenti difficili. Ha ricevuto anche critiche esagerate sui social. Sembrava vittima di una maledizione. Alla prima da titolare, con il Venezia, ha avuto un problema muscolare, ma è normale. Il muscolo non era abituato a certi sforzi, serve tempo con il suo fisico per tornare in condizione.
Poi il goal a Cosenza e l’assist di Bari:
Il cigno? Lo chiamavano così a dieci anni, ha poi perso eleganza, ma certi tocchi non sono casuali. Bari? Ho negli occhi Pirlo che gli urla: “il goal è tuo” ed anche in occasione della rete di Stojanovic è stato fondamentale.