La situazione sportiva e finanziaria della Sampdoria non è felice per colpa di Ferrero. Ma Edoardo Garrone non sta mantenendo la sua promessa…
La Samp che non vince. Potrebbe essere questo il titolo del film dossier di questa epoca blucerchiata.
Sul campo la cura Stankovic non la possiamo ancora valutare; è vero che i blucerchiati potrebbero ripartire da questo passaggio del turno di Coppa Italia strappato con i denti per ingranare un’altra marcia e accelerare il passo anche in campionato, ma l’opaca prova in casa contro l’Ascoli non riesce a galvanizzarci e tranquillizzarci.
Aspettiamo l’importantissima trasferta di Cremona per dare un giudizio un po’ più realistico.
Fuori dal campo le cose non vanno certo meglio. La gente blucerchiata resta in trepidante attesa su un cambio di società che comincia davvero a diventare snervante. È chiaro che l’unica, al momento, alternativa al possibile fallimento deve ora prendere la piega decisiva.
Sta passando troppo tempo e la clessidra che scandisce il passare dei giorni sta mettendo a dura prova anche l’ottimismo dei più convinti.
La trattativa, l’ancora di salvezza per la Sampdoria c’è ed è reale, ma siamo in acqua da troppo tempo e le forze cominciano ad abbandonarci.
Anche in questo caso la macchina deve accelerare per farci uscire dal pantano che porterebbe al baratro. Ma lasciamo stare per un attimo quello che potrebbe essere, questo ce lo auguriamo tutti, per pensare e fare qualche riflessione su quello che invece è.
L’attuale società.
Sampdoria, Edoardo Garrone non sta mantenendo la sua promessa…
Sampdoria, Ferrero? Ora Garrone mantenga la promessa…
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Il cda ha voluto incontrare la stampa, ci si attendeva chiarimenti e spiegazioni ed invece, la chiacchierata ha assunto più le sembianze di una dichiarazione di non colpevolezza. Anzi, a tratti una difesa quasi rabbiosa ad eventuali e comprensibili “attacchi”… se così vogliamo definirli.
Un confronto che è apparso poco utile, poco risolutivo. È scontato dire che sia d’obbligo ringraziare il lavoro e gli sforzi fatti in questi mesi per tenere la zattera a galla, ma il confronto aperto non può basarsi solo su questo.
Di errori ne sono stati fatti, e non pochi, e non possono essere archiviati con banali scusanti. Le critiche devono essere accettate, elaborate e devono essere costruttive, non accolte con livore ed usate come contrattacco. L’essere umano può sbagliare, chi lavora può sbagliare, fondamentale è non perseverare.
E finiamo con i principali colpevoli di questo punto bassissimo, sotto tutti i punti di vista, della storia della Sampdoria: Edoardo Garrone con tutta la sua famiglia e Massimo Ferrero.
Il primo aveva garantito di vigilare e proteggere la Sampdoria dopo la scellerata, e forse obbligata, scelta di lasciarci nelle mani di chi, secondo lui, ci avrebbe garantito una gestione migliore della sua.
Ecco, non vogliamo pensare a cosa di peggio sarebbe potuto capitarci.
Ci aspettiamo da lui che mantenga le promesse, di lui si sono perse le tracce proprio quando ci si aspettava battesse un colpo nel momento del bisogno che, purtroppo, è arrivato da tempo.
Per il secondo poche parole. E forse è meglio così. Qualcuno lo definiva divertente finché le cose sul campo andavano discretamente bene, oggi qualcuno tende a non dargli abbastanza responsabilità definendo anche buona la sua gestione, e intanto siamo l’ennesimo suo fallimento. Un’altra Livingston.
In tutto questo sfacelo, in tutto questo disastro disegnato sulla pelle dei Sampdoriani, una sola nota positiva, una sola grande verità. La Sampdoria, con i suoi tifosi, non morirà mai. Qualsiasi cosa accada, qualsiasi campo solcherà questa maglia, l’orgoglio di questa gente non avrà mai una fine. Esisterà per sempre.
Parlano i numeri nelle trasferte del lunedì sera, parlano le voci allo stadio tra le mura amiche… in questo caso, solo in questo… FATTI E NON PAROLE!