Beppe Dossena, ex della Sampdoria, e Massimo Brambati si sono espressi sull’uso dei farmaci nel calcio, soprattutto del Microen
Le morti di Gianluca Vialli e Sinisa Mihajlovic hanno portato a diverse reazioni nel mondo del calcio, con alcuni calciatori – come Dino Baggio – che hanno fatto allusioni all’uso dei farmaci nel mondo del pallone.
Un uso dei farmaci su cui si sono espressi anche Beppe Dossena, compagno alla Sampdoria di Vialli, e Massimo Brambati. Entrambi hanno parlato dell’assunzione di Microen, una sostanza diventata poi proibitissima, ma prima lecita.
Dossena chiede più studi sui possibili effetti dei farmaci:
Quando ho iniziato negli anni 70 mi è capitato di prendere il Micoren come tanti, poi negli anni sono stato molto più attento a quello che mettevo nel mio corpo. Dovrebbero fare studi più approfonditi sul fatto che ci possa essere una maggiore incidenza di alcune malattia tra ex calciatori.
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Più duro l’appello di Brambati, che ha parlato di assunzione di Microen “come se fossero caramelle”. L’ex calciatore, al Secolo XIX, ha nominato anche l’Animina:
Sì, prendevo Micoren come fossero caramelle: all’epoca non era sostanza proibita ma poi diventò proibitissima. C’era un uso smodato di questo farmaco ma non solo, anche flebo in cui non so bene cosa ci fosse dentro e un altro preparato chiamato Animina. All’epoca ho fatto diversi esami antidoping, tutti negativi, si trattava di farmaci leciti. Due anni dopo sono diventate tutte sostanze super dopanti e non ce le hanno date più.
L’ex difensore ha poi rivelato un retroscena dopo una partita contro il Napoli:
Dicevano che queste sostanze aumentavano la capacità polmonare: per esempio potevi correre i 100 metri restando sulle 140 pulsazioni anziché 180, restando anche lucido nel gesto atletico. Avevo i riflessi aumentati di quattro o cinque volte, persino sotto sforzo. Una volta, dopo una gara col Napoli, video che non riuscivo a tenere fermo il bicchiere perché tremavo.