La nuova proprietà della Sampdoria ha preso la sua scelta su Fabio Quagliarella. Il capitano però meritava un altro addio…
Mi spiace per Fabio Quagliarella. Lui ci credeva. Io anche. Credevo potesse dare ancora una mano alla Sampdoria. Lui anche. Peccato. Ora spero che non smetta. Perché uno come lui non merita di smettere così.
Finire così fa male. È una brutta botta. Lui voleva restare a Genova ancora un anno da giocatore. Ci avrebbe messo l’esperienza, l’orgoglio. Ma anche rabbia. Quella c’è sempre quando non riesci a vincere e sei costretto a risalire.
Le lacrime di Fabio, quelle del 26 maggio, rimarranno l’ultima nostra immagine. Un’immagine triste come è stata tutta la stagione. Lacrime mischiate con la retrocessione e quindi ancora più dolorose.
Sono convinto che Fabio meritasse un altro trattamento. Sono passati sette giorni prima di sapere il suo destino. Quasi otto prima di leggere sui social il messaggio di addio da parte della nuova Sampdoria. Un messaggio arrivato in corsa, quasi forzato. Non bene. Assolutamente no.
Ammainare una bandiera non è mai semplice. Dà grande dolore, inevitabilmente. Perché ci si ricorda di quello che è stato e sempre poco di quello che si è diventati. Ci si ricorda i momenti belli e non quelli con poca luce. E Fabio l’ultimo anno l’ha vissuto da attaccante di riserva. Ma uno come Fabio a 40 anni doveva chiudere lui la carriera da calciatore. Non farsela chiudere da altri. Qui forse ha peccato di presunzione. O semplicemente ama troppo il gioco del calcio per dire basta, ora smetto. Ora appendo le scarpe al chiodo.
I tifosi, la maggior parte sono con lui. Sui nostri social, su quelli ufficiali. Ci sono messaggi e messaggi. C’è riconoscenza. Quella che nel calcio non c’è mai. C’è chi lo ringrazia, chi lo piange. Chi è convinto che sia stato giusto guardare avanti. Non discuto. Io ho semplicemente espresso la mia opinione.
Lasciare la Sampdoria non era nella volontà di Fabio Quagliarella
Sampdoria, Fabio Quagliarella meritava un altro addio…
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Dirsi addio fa sempre male. Soprattutto quando non si è d’accordo. E oggi non c’era accordo per salutarsi. Fabio aveva dato la propria disponibilità a restare. A giocare poco, a farsi sentire però come capitano in uno spogliatoio probabilmente di bravi ragazzi. Si dice, questo non lo so con certezza, che avrebbe accettato un contratto simbolico. Pieno di bonus e riconoscimenti se il “progetto del Ricominciamo” fosse andato bene. Anzi benissimo. Ora non potrà saperlo…
Ora bisogna guardare avanti. Questa la vita e il calcio. Bisogna aver fiducia in chi ha fatto questa scelta. A 40 anni non si possono più credere alle favole. C’è il campo, c’è un campionato da giocare e una squadra da sostenere.
Credo però che nessuno si debba offendere se chiudo dicendo che mi avrebbe fatto piacere seguirla con Fabio ancora con la fascia da capitano al braccio…