La Sampdoria contro il Palermo ha vinto la partita in mezzo al campo. E come diceva Vujadin Boskov: come gioca centrocampo gioca squadra…
“Come gioca centrocampo gioca squadra”, diceva tanti anni fa Vujadin Boskov, una delle stelle più lucenti del grande firmamento blucerchiato, cari amici di Club Doria 46.
Contro il Palermo il centrocampo ha giocato e dominato a lungo gli spazi e tutta la Sampdoria, quasi senza accorgersene, è lievitata in generale, e ha vinto con pieno merito la partita fino a questo momento più bella della stagione.
Certo, anche stavolta è servito un rigore per passare, sebbene sulla respinta dell’ottimo Pigliacelli (a proposito, per chi non capisce una mazza di calcio ed è obnubilato dal tifo: finora quelli dati a favore c’erano tutti, l’unico contro assolutamente no. Prendiamone atto e studiamo un po’, su). Ma mai come questa volta il risultato è frutto di pressione, ardore, gioco, occasioni, grinta, voglia di vincere e di farlo da squadra.
Se posso spendere due nomi, dico Kasami e Vieira. Il primo ha suonato la carica, pressando da subito e cogliendo un palo clamoroso quando i giri d’orologio non erano nemmeno tre. Ha corso, lottato, contrastato, inventato, e si è visto un giocatore completamente diverso da quello delle prime, timide apparizioni. I calciatori sono soggetti a sbalzi di forma, e a volte è necessario, se non indispensabile, avere pazienza.
La Sampdoria si è dimostrata squadra e a centrocampo brillano Kasami e Vieira
Sampdoria, diceva Boskov: come gioca centrocampo gioca squadra…
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Ma chi stupisce è il secondo. Perché pazienza, per vederlo giocare così, ne è servita tanta, tantissima, anni. Spostato sul centro sinistra sembra davvero un altro giocatore. Solido, cattivo il giusto, spregiudicato quanto sagace. In questo caso, al di là di stolide considerazioni sulla forma fisica, il mutamento può essere dovuto ad un posizionamento errato cui è stato costretto fin troppo a lungo, e poi alla sindrome dell’avvitamento, che fa sentire sempre più sfigato chi viene bollato come tale.
Insomma, il centrocampo ha dominato, e va segnalata con onestà anche la crescita (soprattutto in autorevolezza) del piccolo Yepes-Laut, che è persino andato a sfiorare il goal di testa, con certo la specialità della casa.
Due successi di fila a Marassi non si contavano da tempo, e già questo è un segnale. Come lo è il fatto che Pigliacelli sia stato molto più decisivo di Stankovic, nonostante il neo-nazionale serbo (se il titolare è il Milinkovic-Savic del Torino, Filip può nutrire serie ambizioni) abbia proprio allo scadere risposto “presente!” nell’unica occasione seria capitata ai siciliani, in improbabile nero/fucsia.
E adesso?
E adesso, scottati da precedenti esperienze, attendiamo con trepidazione ma anche con malcelata paura la trasferta di Modena, a recar visita ad una squadra che non solo sta benissimo, ma si candida come una delle principali candidate alla promozione. Perché – inutile nasconderlo – il timore che basti un episodio contrario (come a Bolzano) per far perdere alla Sampdoria le piccole certezze nel frattempo accumulate c’è, neanche tanto nascosto.
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