Sampdoria, da Bordon a Pellegrini: il ricordo del campione Trevor Francis

Luca Pellegrini e Ivano Bordon hanno ricordato Trevor Francis, campione della Sampdoria scomparso improvvisamente a 69 anni
Sono tanti gli ex compagni che hanno voluto ricordare Trevor Francis, campione della Sampdoria scomparso improvvisamente all’età di 69 anni. L’inglese è stato il primo fuoriclasse acquistato da Paolo Mantovani nel lontano 1982 e il grande protagonista della vittoria in Coppa Italia nel 1985.
Con lui in blucerchiato hanno vissuto grandi momenti simboli come Ivano Bordon, portiere dal 1983 al 1986 e, Luca Pellegrini, tutti uniti nel ricordo di un campione immenso. Che ha fatto sognare i tifosi della Sampdoria.
Sampdoria, Bordon e Pellegrini: Francis campione
Sampdoria, da Bordon a Pellegrini: il ricordo del campione Trevor Francis
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Al Secolo XIX Bordon, che è arrivato un anno dopo Francis, ha parlato del suo legame con l’inglese, conosciuto prima da avversario e poi da compagno:
La sua morte ci ha colto tutti di sorpresa, mi spiace tantissimo, ci sono rimasto molto male. Da avversario era un campione, lo temevo. Mi fece goal in un Inter-Samp a San Siro, vittoria blucerchiata. E poi l’ho ritrovato a Genova. Ho conosciuto l’uomo ed è nata un’amicizia anche tra le nostre mogli.
Un bel gruppo quello della prima Sampdoria di Paolo Mantovani. Bordon, Francis, ma non solo. Anche Brady e Souness:
Lui, Brady e poi Souness mi insegnavano l’inglese. Eravamo un bel gruppo, vincemmo la prima Coppa Italia della Samp. Francis era un ottimo giocatore, penalizzato da qualche infortunio, fu un gran colpo di Mantovani, si spostava la palla all’improvviso e calciava togliendo il tempo per intervenire ai difensori.
Pellegrini elogia prima il calciatore dell’uomo. Una persona squisita, ma anche un campione formidabile:
Prima del giocatore, veniva l’uomo: era un signore, una persona squisita. Sul piano tecnico era formidabile e moderno, perché era un attaccante universale: centravanti, trequartista e ala secondo le situazioni. Rubava il tempo ai difensori e non solo con i dribbling rapidi. Paragoni? Trevor era proprio un attaccante unico e non vedo in giro qualcuno come lui.
E poi il racconto, alla Gazzetta dello Sport, di una lite con Roberto Mancini, uno sicuramente dal carattere poco docile:
Una volta, durante un’amichevole estiva, mi pare a Lucca, litigò di brutto con Mancini, per un pallone che l’uno non aveva passato all’altro. E l’uno aspettò l’altro sulla porta dello spogliatoio, per un chiarimento. Mancio era fumantino, Trevor era Trevor…
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