Il Tribunale di Genova ha approvato la composizione negoziata per la Sampdoria: esclusi gli stipendi e il pagamento delle rate Irpef
Il Cda della Sampdoria, affiancato dall’esperto Eugenio Bissocoli, ha presentato al Tribunale di Genova la richiesta per la composizione negoziata. La strategia per provare a ristrutturare i debiti è stata approvata e ora i blucerchiati avranno 120 giorni di tempo.
In questi quattro mesi nessuno dei creditori potrà presentare istanza di fallimento. Un atto che, dunque, protegge la Sampdoria, alle prese con una situazione debitoria che sfiora i 200 milioni. Le operazioni di risanamento dovranno passare gioco forza dalla cessione, ma non tutte le questioni sono state inserite nelle misure di protezione.
Sampdoria, stipendi fuori dalla composizione negoziata
Sampdoria, composizione negoziata: esclusi stipendi e rate Irpef
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Fuori dalla composizione negoziata sono, infatti, il capitolo stipendi e i pagamenti Irpef. La Sampdoria, che ha rateizzato il debito con il Fisco di 60 milioni, dovrà dunque, di mese in mese, pagare ciò che spetta per non rischiare di perdere il vantaggio della rateizzazione. E, intanto, i dirigenti, che sono riusciti, anche grazie alla rinuncia dei calciatori del mese di dicembre, a pagare gli stipendi entro il 16 febbraio, devono pensare alla prossima scadenza.
Il prossimo 16 maggio ci sarà il termine ultimo per pagare le prime tre mensilità del 2023. La cifra oscillerà intorno ai dieci milioni di euro, che il Cda dovrà trovare come fatto per gli ultimi tre mesi (Stipendi Sampdoria, la scadenza di maggio: ecco quanto serve. La cifra).