Nella rubrica Peccati di gol sul Secolo XIX Matteo Monforte scrive il suo pensiero sulla Sampdoria di oggi e su come salvarla…
Caro Matteo, come anticipato privatamente, questa volta non sarà solo una lettura di Peccati di gol insieme agli amici di ClubDoria46. Sarà anche una “risposta” alle tue parole, alla tua richiesta di richiamare Alberico Evani e Attilio Lombardo sulla panchina della Sampdoria.
Ma andiamo per ordine. Iniziamo dalle tue parole:
…Quattro partite, zero punti e nessuna idea in campo, e poi sento ancora dire: «Eh, poverino, non è colpa di Donati, è colpa di chi ce lo ha messo». Ma cosa significa? Non è colpa di Donati COSA? Mica lo hanno minacciato, eh? Oh, ragazzi, mica gli hanno puntato un fucile alla tempia! Mica gli hanno detto: o vieni immediatamente ad allenare il Doria o ti mandiamo in Siberia! Donati, dopo essersi fatto le sue valutazioni e i suoi ragionamenti, ha accettato di sua spontanea volontà l’incarico di allenatore della Sampdoria, pur sapendo benissimo di non avere né le competenze, né il curriculum, né tantomeno le “ore di volo” da mister per poter venire a fare il salvatore di un disastro annunciato…
Non voglio difendere per forza Massimo Donati. Ma ne abbiamo detto di tutti i colori anche a Pirlo, a Sottil, a Semplici e pure a Evani e Lombardo anche se in tono minore. Ma evidentemente ci siamo sbagliati un po’ su tutti…
Oggi il Modena di ANDREA SOTTIL è primo in classifica con 10 punti (tre vittorie e un pari). Ha segnato nove reti e ne ha subite solo due. Per noi ero uno scappato di casa, uno che doveva andarsene. Come Pietro Accardi. Ma forse il problema ancora una volta non è solo l’allenatore. Perché se in attacco hai Coda che di anni ne ha 38 e Cuni che non è un attaccante. Ci può essere anche Antonio Conte…
E poi caro Matteo a prescindere dalle capacità e dalle competenze. Hai mai visto qualcuno nel calcio (oltre a Rino Gattuso) alzare la mano e dire: “No grazie non sono all’altezza” o “Ho sbagliato, ecco qui i soldi che mi avete dato. Non li merito?”. Da Marco Giampaolo a Pietro Accardi, giusto per fare due esempi recenti e che ci coinvolgono non l’hanno fatto. Sarebbe bello ma non succede mai nella vita!
E mi riferisco a quando dici:
“Eh, cosa fai, ti chiedono di venire ad allenare la Samp e dici di no?”. Sì, dici di no. Per quanto mi riguarda, dici di no. Io avrei detto di no. Avrei detto: “No, scusate, grazie, ma non sono in grado di salvare una squadra in una situazione tragica come quella del Doria, ci vuole uno più esperto di me”. Punto.
Sampdoria, caro Matteo Monforte non può essere sempre colpa dell’allenatore…
Sampdoria, caro Matteo Monforte questa volta non la penso come te…
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E adesso arriviamo a quello che più farà discutere. E spero che la gente capisca che non ho nulla con chi Matteo Monforte nomina con coraggio:
Dico un’ultima cosa alla dirigenza: richiamate Lombardo ed Evani il prima possibile, prima che sia nuovamente troppo tardi per salvarci. Fate un bagno di umiltà fidatevi di me. Qui c’è bisogno di sampdorianità. Almeno di quella.
Io dico solo che non è la sampdorianità a scendere in campo. Purtroppo. Non è l’essere sampdoriani che purtroppo fa la differenza nel calcio di oggi, in Serie B. Non più. Credo che sia l’ora di guardare avanti. Con un’altra società. Con un’altra dirigenza. Con un progetto. Beppe Marotta, per esempio, non è della Juventus e probabilmente nemmeno dell’Inter. Ma è un vincente. È uno che sa di calcio. Serve gente così per tornare la Sampdoria…