La Sampdoria di Andrea Sottil è pronto ad affrontare la sua prima trasferta. Ma la promozione va costruita nella fortezza del Luigi Ferraris
Andrea Sottil risponde a tutto e niente. Non consegna la formazione (e ci mancherebbe). Fa giri e giri di parole. Parla di identità. Di lavoro. Tanto lavoro. Gira sempre tutto lì. E quando il collega Marco Bisacchi, l’unico a farlo, gli chiede dei singoli. Dice qualcosa ma fa capire poco.
Quello che sottolinea però è che la Sampdoria, la sua Sampdoria non deve farsi prendere
dall’affanno, dall’ansia del risultato. Il risultato dobbiamo raggiungerlo con le prestazioni. Sicuramente con prestazioni da Sampdoria
Ci sarà maggior attenzione a tutto. Soprattutto alla fase difensiva. Una fase di gioco che si costruire dall’attacco. La squadra gli piace, è costruita come avrebbe voluto lui se fosse partito a inizio progetto. Una squadra di undici potenziali titolari, dice. Una squadra con giocatori di grande esperienza. Con giocatori anche giovani ma pronti per un campionato da protagonista.
Per riuscire a centrare l’obiettivo Serie A, perché questo è l’obiettivo, però serve tornare a vincere anche in casa. Far sì che il Luigi Ferraris torni a essere una Casa amica (non certo per il tifo ma per i risultati), un fortino, anzi una fortezza…
Sampdoria, Andrea Sottil vuole che il Luigi Ferraris sia una fortezza
Sampdoria, Andrea Sottil: non facciamoci prendere dall’ansia e sulla pressione del Ferraris…
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Una fortezza dove prendere punti solo a proprio favore.
Abbiamo la fortuna di avere più di 19mila abbonati. Uno stadio dove giocare a calcio è più bello. Dobbiamo assolutamente far diventare questo stadio la nostra fortezza. La pressione c’è ma è il nostro lavoro. Giocare nella Sampdoria, allenare la Sampdoria significa prendersi delle responsabilità Io lo vedo come un vantaggio, non è un peso e nemmeno un’ansia…