Adrien Silva è migliorato molto, ma ancora non è al top: per il centrocampista della Sampdoria, negli ultimi anni, la continuità è stata un problema
Claudio Ranieri in conferenza stampa è stato molto chiaro: “Adrien Silva ha fatto grandi progressi, ma non è ancora al massimo“. Che, tradotto, può significare che il portoghese è cresciuto nella forma fisica ma è quasi totalmente carente di ritmo partita.
Alla Sampdoria ha giocato solo 81 minuti in campionato, sempre da subentrato, e 64 in Coppa Italia con la Salernitana. La continuità è qualcosa che, negli ultimi anni, ha fatto molta fatica a trovare.
Il problema di Adrien Silva, che poi è stato più o meno lo stesso di Keita, è stato quello di arrivare dall’unico campionato tra i top europei ad essere stato sospeso in modo definitivo per la pandemia. Il portoghese, che nel Monaco aveva raccolto 40 presenze in poco più di un anno, non disputa una partita di campionato dal primo minuto dal 22 febbraio: Digione-Monaco, giocata dall’inizio alla fine.
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Questo stop è arrivato in un momento in cui Adrien Silva aveva finalmente trovato la continuità giusta dopo il periodo buio al Leicester. In Inghilterra la sua avventura iniziò male, con il tesseramento posticipato di sei mesi per un ritardo nella consegna dei documenti per il trasferimento dallo Sporting. Poi 21 partite totali tra il gennaio 2018 e il gennaio 2019 e una sfilza di mancate convocazioni che gli hanno fatto prendere la strada di Monaco.
Anche in Nazionale la continuità è un problema dato che, dopo il mondiale del 2018, giocato da titolare, non ha più giocato. Forse complice l’età.
Insomma, dal trasferimento in Inghilterra, estate 2017, Adrien Silva e la continuità non sono sempre andati a braccetto. Allo Sporting, vero che aveva tre anni in meno, ma viaggiava sulle 35 partite all’anno. Ora alla Sampdoria può ritrovare continuità, ma prima servono minuti nelle gambe.