Sergio Romero si presenta al Venezia e rievoca l’esperienza alla Sampdoria: tra la nostalgia dell’Italia e del rapporto con Garrone, ecco le parole del portiere argentino.
Sergio Romero torna in Italia e lo fa dopo sei anni dall’ultima presenza in Serie A. Il portiere argentino è ufficialmente il nuovo estremo difensore del Venezia, che in piena emergenza tra i pali (Lezzerini e Maenpaa out per infortuni) ha deciso di affidarsi alla vecchia conoscenza della Sampdoria.
Sì perché l’ultima volta in Serie A di Romero è avvenuta coi colori blucerchiati addosso, che ha difeso dal 2011 al 2013 e poi nell’annata 2014/2015. In mezzo alle due un infruttuoso prestito al Monaco, mentre nel 2015 l’ex portiere della nazionale argentina ha lasciato Genova per approdare al Manchester United. In tutto Romero alla Sampdoria ha raccolto 71 presenze, per un’esperienza che non ha mai dimenticato.
A confermarlo ci ha pensato Romero stesso, durante la conferenza stampa di presentazione con il Venezia. Il numero uno ha parlato della nostalgia dell’Italia sua e della sua famiglia, di un calcio importante dove si era trovato bene. E naturalmente, parlando di calcio in Italia, il classe 1987 ha dovuto rievocare la Sampdoria e il suo periodo genovese.
Sampdoria, Romero a Venezia non dimentica Genova. E il rapporto con Garrone…
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Per prima cosa Romero ha preso ad esempio il se stesso dell’avventura sampdoriana, come modello e termine di paragone per tornare ad alti livelli:
Mi sento molto bene, ho fatto un bel lavoro anche quando sono tornato in Argentina. Ho avuto due mesi per prepararmi a tornare in un club, voglio far vedere di essere lo stesso Sergio che ha giocato alla Sampdoria e poi a Manchester
La Sampdoria quindi rappresenta per Romero la stagione della piena maturità calcistica, quella delle prestazioni personali migliori. E non a caso in quel periodo impersonava il portiere titolare della nazionale albiceleste, finalista ai mondiali di calcio in Brasile 2014.
Dopo sei anni Romero ritrova un calcio italiano molto competitivo e bello da vedere, che non ha mai smesso di seguire. Ma la scelta del Venezia è stata dettata da una ragione precisa: l’ambiente arancio-nero-verde è come una famiglia. Una condizione umana e professionale vitale per Romero, che in proposito ricorda affettuosamente i tempi della Sampdoria. Dove tutti erano una vera famiglia:
Qua siamo una famiglia, questa è la prima cosa che mi ha portato qua. Come quando sono andato alla Sampdoria, quando parlai con il presidente Garrone mi fece vedere che era come una famiglia. Qui a Venezia ho rivisto la stessa cosa
Parole al miele quelle di Romero, per quella Sampdoria di dieci anni fa dove aveva ritrovato un ambiente familiare, sano e forte. A partire innanzitutto dalla figura del presidente Edoardo Garrone, che il portiere ricorda come una persona di grande umanità.