Il legame tra Genova e Luca Vialli è durato e durerà per sempre, come quello con la Sampdoria del 1991, raccontato con gli occhi esterni di Massimo Mauro
Genova e Luca Vialli. Un legame nato nel lontano 1984 e che rimarrà per sempre perché la tragica scomparsa ha portato via l’uomo, il campione, ma i suoi ricordi e ciò che è stato per la Sampdoria e per la città rimarranno. E rimarranno anche per Massimo Mauro, amico fraterno di Luca, che ha raccontato proprio dell’amore di Vialli per il capoluogo ligure.
Al Secolo XIX Mauro ha parlato di Genova come della città più importante per Luca a livello sportivo. Più di Cremona, dove è nato, di Torino, dove ha vinto la Champions, di Londra:
Genova è la città più importante nella storia sportiva di Gianluca. Il suo nome e quello di tutti quei ragazzi blucerchiati resteranno per sempre nella storia del calcio. E festeggiare Gianluca non si poteva fare che a Genova. A Cremona è nato, a Torino ha vinto la Coppa dei Campioni e vissuto uno splendido finale di carriera, ma Genova è realmente tutto.
Genova era sempre nei pensieri di Luca. E da Genova si passava anche a parlare della Sampdoria, di Paolo Mantovani e di stagioni belle, bellissime. Irripetibili. Stagioni che hanno reso la città suo punto di riferimento:
C’era sempre qualcuno o qualcosa a coinvolgerla. Mi chiamano da Genova, il mio amico di Genova… la famiglia Mantovani… sempre qualcosa che ci costringeva felicemente a parlare della Sampdoria e di quegli anni. E delle cose che avrebbe voluto fare o tentare di fare a Genova, che non riguardavano solo la Sampdoria, ma anche la sua vita privata. Genova e la Samp, i suoi punti di riferimento.
Sampdoria, il patto tra Vialli e compagni: le parole di Mauro
Massimo Mauro: Genova la città più amata da Vialli, che invidia quella Sampdoria…
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Quella Sampdoria va invidiata secondo Massimo Mauro. Era un gruppo di amici, prima che una squadra, che ha portato a vincere una società poco blasonata grazie soprattutto alla forza del gruppo:
Ho sempre detto che quell’esperienza deve essere invidiata da tutte le persone intelligenti, perché quel gruppo ha portato in trionfo l’amicizia con una vittoria sportiva. È stata una cosa da non crederci, immaginatevi oggi un calciatore che promette al suo spogliatoio che non andrà via finché non vince lo scudetto. Poi il giorno dopo si presenta alla porta un emiro con una offerta milionaria… e se ne va. Invece quella promessa fu mantenuta.
Né Berlusconi né Agnelli avrebbero potuto portare via Mancini e Vialli prima della vittoria dello scudetto. Il patto era troppo forte, era un legame d’amicizia non acquistabile. Ed è stato rispettato fino alla fine, fino al magico 1991 e fino a Wembley:
Nonostante Berlusconi, nonostante Agnelli volessero portare via Luca, il Mancio, Vierchowod e molti altri. Un patto che ha resistito perché li legava un’amicizia non riconducibile ai soldi… non so dire a che cosa. Era talmente misteriosa che nessuno ci avrebbe creduto senza quella vittoria sportiva.