Il loquace, il muto e una tifoseria umiliata è il titolo che Pippo Russo ha scelto per descrivere la situazione della nostra amata Sampdoria
Bastava leggere la seconda domanda per capire quale fosse il tenore della cosiddetta intervista concessa da Massimo Ferrero alla Gazzetta dello Sport. Quel passaggio in cui il vicedirettore della rosea, Andrea Di Caro, ha chiesto al Viperetta: “Presidente, quanto fa male questa retrocessione?”.
Ecco, davanti a una domanda del genere ci siamo sentiti offesi pure noi, che con la Sampdoria (fatto salvo il rispetto da tributare a una storia calcistica e a una tifoseria fra le più appassionate e identitarie del nostro calcio) non abbiamo alcun tipo di legame.
Sicché possiamo immaginare quale dispetto abbia attraversato la vasta comunità blucerchiata, che sta vivendo i giorni più bui della propria storia e non sa se, né come, ne uscirà. Perché la lettura di quel documento ha soltanto l’effetto d’intorbidare ulteriormente acque già fetide.
E perché è stata concessa, al presidente la cui gestione ha fatto imboccare questa china senza ritorno alla Sampdoria, la possibilità di veicolare una versione tutta sua dei fatti e lanciare messaggi nemmeno tanto velati, facendo praticamente nessuna ammissione di colpa. È arrivato a dire che i tifosi lo fermano ancora per chiedergli un selfie. Mancava la pernacchia e il cerchio si sarebbe chiuso…
Ferrero ha anche aggiunto che c’è stato un periodo in cui lo cercavano per offrirgli società di calcio. Anche la Salernitana, prima che gli venisse concessa la Samp. Ovviamente è ciò che lui racconta, accompagnato dalla credibilità che ha saputo guadagnarsi sul campo nel corso di questi anni e che l’opinione pubblica sarà disposta a riconoscergli.
Sampdoria, l’intervista alla Gazzetta non è piaciuta ai tifosi…
Il loquace, il muto e una tifoseria umiliata…
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E tuttavia c’è un’ampia parte dell’intervista che dice molto e va presa sul serio. Si tratta della collezione di frammenti in cui Ferrero fa riferimento (e manda messaggi) a Edoardo Garrone. Che non aveva mai conosciuto prima, come dice nel corso della chiacchierata col vicedirettore della Gazzetta.
Il solo contatto con la famiglia dei petrolieri, prima che si giungesse al passaggio di proprietà in cambio del pagamento di 1 euro, era dato dal fatto che “mi fermavo a fare benzina alla Erg”. E almeno avesse avuto l’abitudine di farla da Q8, ché magari avrebbe portato la sua scienza calcistica e gestionale nella penisola araba.
Ma battute a parte rimane l’interrogativo irrisolto di tutti questi anni, che la valanga di parole e allusioni contenute nell’intervista pubblicata lo scorso 13 maggio ha ampliato nella portata anziché dissiparlo: ma perché mai Garrone, nel momento di decidere per la cessione del club, ha puntato proprio su questo soggetto qua? Non si è mai capito né lui ha mai spiegato.
E sottolineiamo che cedere la società (sempre che di cessione si possa parlare, e le tante allusioni di Ferrero seminano dubbi a iosa) era un suo pieno diritto, così come lo era cederla a chi gli paresse e alle condizioni che volesse. Si chiama diritto di proprietà. Ma poiché una società di calcio è una proprietà anomala – poiché incorpora una storia, un’identità, una comunità, un radicamento nel territorio – ciò impone anche di scegliere in modo accorto il compratore. Anche quando costui compra a 1 euro e si vede concedere una sostanziosa dotazione per tirare avanti in una prima fase.
Ecco, rispetto a ciò Garrone dice adesso che il suo sbaglio principale è stato cedere la Samp a una persona che non conosceva. Come se questa fosse un’attenuante anziché la più pesante delle aggravanti. Ma intanto il petroliere continua a eludere l’interrogativo principale, che da questo spazio così importante per il mondo blucerchiato vogliamo ribadire con forza: esimio Edoardo Garrone, vuol dirci una volta per tutte quale sia il motivo per cui ha deciso di cedere la Sampdoria proprio a quel personaggio lì?
Lo dica una volta per tutte, senza eludere e risparmiandoci l’atto di contrizione che la porta a dire: “Ho sbagliato”. Ce n’eravamo già accorti, dunque adesso ci dica qualcosa che non sappiamo. E sciolga questo contrasto fra la loquacità sfrenata del Viperetta e il suo mutismo ostinato. C’è un popolo di tifosi che attende da anni la verità. E lei gliela deve.
Ringrazio personalmente l’amico e collega Pippo Russo di aver accettato l’invito di scrivere liberamente di Sampdoria per ClubDoria46. Pippo è un amico lontano. Una persona che stimo da sempre. Una stima che credo sia reciproca. Grazie per il tuo libero pensiero…