La Sampdoria deve andare avanti ancora con Marco Giampaolo oppure no? Magari con una nuova proprietà? Il punto di Marco Bisacchi…
Giampaolo sì o Giampaolo no per la Sampdoria che verrà? A dire il vero questo è solo uno dei tanti interrogativi – e nemmeno quello più pressante, visto che il nodo centrale resta quello societario – che accompagnerà l’ambiente blucerchiato da qui alle prossime settimane.
Scampato il pericolo della retrocessione, dopo una stagione vissuta costantemente in salita ma finita quasi in trionfo (il calcio è strano: la stagione peggiore della Sampdoria negli ultimi 11 anni coincide con la salvezza conquistata ai danni del Genoa e dunque questo 2021/22 rimarrà nella storia dello sfottò genovese, unico trofeo che è possibile conquistare sotto la Lanterna), ora bisognerà capire quali saranno gli scenari futuri.
A cominciare da quelli in panchina. In verità lo stesso Giampaolo al di là del rinnovo di due anni scattato in automatico con la salvezza ha subito chiarito che vuole capire in prima persona quale sarà il futuro blucerchiato:
Il rinnovo non significa nulla. Il matrimonio non è scontato. Ci vedremo e parleremo. Capiremo se ci saremo tutti. Magari arriva una nuova proprietà e ci manda via tutti. L’importante per noi era raggiungere la salvezza. Per il club, la continuità e per i tifosi…
Giampaolo alla Sampdoria? Lo zar dice di no…
In attesa di conoscere gli scenari societari la domanda però resta la stessa: Giampaolo sì o Giampaolo no? Lunedì pomeriggio prima di entrare allo stadio ho fatto questa domanda a Pietro Vierchowod, uno che non ha bisogno di presentazioni e giustamente celebrato tra le “Legends” dello scudetto ’91 invitate da Marco Lanna a Marassi.
Sapete cosa mi ha risposto il mitico Zar? “Ho sempre detto che la mia idea non era questa. Avrei scelto altri allenatori. Ma io non sono il presidente”.
Parliamoci chiaro: il parere di uno come Vierchowod è pesante, se lui dice così forse bisogna drizzare un po’ le antenne. Com’è stata la seconda esperienza doriana di Marco Giampaolo? Non facciamoci ingannare dalla splendida vittoria sulla Fiorentina a salvezza già raggiunta e con la testa libera dalle pressioni: è stato un percorso difficile e avaro di risultati, con una media punti simile a quella del predecessore D’Aversa, che di sicuro non aveva fatto bene…
Sampdoria, la svolta di Giampaolo cambiare il modulo tattico?
Giampaolo sì o Giampaolo no per la Sampdoria che verrà?
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La Sampdoria ha faticato per tanti motivi anche col tecnico di Giulianova in panchina. E però una cosa bisogna dirla: alla fine Giampaolo pur tra le tante difficoltà e magari un po’ in ritardo ha saputo trovare la quadra, il vestito tattico e se vogliamo anche qualche scelta un po’ più sensata che nei suoi primi due mesi “talebani” era venuta a mancare.
Il passaggio al 4-5-1 (o 4-1-4-1 dir si voglia), l’allargamento di Candreva a destra, la rinuncia a Murru e il ritorno di Augello, la valorizzazione di Thorsby e soprattutto di Sabiri: ecco alcuni degli elementi che hanno contrassegnato in positivo il Giampaolo bis.
Punti da cui la Sampdoria del futuro ora può anche ripartire. Giampaolo sì o Giampaolo no? Pur conoscendo i pregi e difetti di questo allenatore, credo che si possa anche pigiare il pulsante del sì. Anzi tutto perché Giampaolo è già sotto contratto e quindi – in attesa di un cambio di proprietà (per ora di sceicchi non se ne vedono) – la scelta più logica è quella di ripartire da chi è già a libro paga.
Poi perché avere un Giampaolo dall’inizio, dalla preparazione estiva, è diverso rispetto a un subentro: un allenatore dogmatico come lui ha sempre bisogno di tempo.
Senza dimenticare un altro aspetto: ad oggi è difficile pensare a un mercato sontuoso per la Samp e quindi un allenatore bravo a valorizzare calciatori non ancora pienamente affermati (quelli che verosimilmente arriveranno alla Samp) potrà essere utile.
Poi certo dovrà essere brava la società a trovare i giocatori giusti, perché non basta girare l’angolo per trovare Torreira, Schick o Bruno Fernandes. Il tormentone è sempre lo stesso: la Sampdoria dal 2016 al 2019 ha fatto cose positive (pur senza centrare l’Europa) con Giampaolo ma l’allenatore aveva una squadra più forte.
Tutto vero. Ma è anche vero che tanti giocatori sino a quel momento (anche Skriniar e gli stessi Linetty e Bereszynski) non li conosceva ancora nessuno. Dunque fu l’unione delle due cose: una buona squadra ma anche un buon allenatore.
Sampdoria, con Ranieri avremmo sofferto di meno?
Io non mi sono mai completamente innamorato di Giampaolo e credo peraltro che sia sbagliato innamorarsi di un allenatore a prescindere. Sono convinto per esempio che la stagione che si sta per chiudere sarebbe stata molto meno tribolata se in estate fosse stato confermato Claudio Ranieri. Quella scelta sì che fu il peccato originale – almeno a livello sportivo – della gestione Ferrero. Però conosco Giampaolo da anni: è un allenatore serio, appassionato e intelligente.
Che oltre tutto – e questo non è un dettaglio da poco – ama la Sampdoria e si sente molto legato ai colori blucerchiati. So bene che qualche tifoso mugugna a volte di fronte alle sue scelte ma so anche che tutti i tifosi vogliono bene a Giampaolo, proprio perché gli riconoscono quel legame forte coi colori e con la piazza.
Oltre a un curriculum nei derby che parla da solo e che quest’anno ha rappresentato il via libera per la salvezza, una stracittadina che i tifosi doriani ricorderanno per sempre.
Un derby che ha salvato la Samp e che probabilmente ha anche salvato Giampaolo, che se fosse retrocesso in B avrebbe rischiato – dopo i precedenti flop con Milan e Torino – di finire nuovamente nel dimenticatoio.
E allora sì, tutto sommato la Sampdoria può anche ripartire da Giampaolo. A patto che il mister di Giulianova – salito a febbraio su una barca che rischiava di affondare – accetti tutti gli possibili scenari del futuro ad oggi ancora impossibili da delineare. Di sicuro se non li accetterà sarà il primo a fare un passo indietro, un po’ come accadde nel 2019. Ma quella di oggi è tutta un’altra storia.