La Digos sta indagando, ma da nuovi retroscena sta emergendo come gli striscioni degli Ultras Tito Cucchiaroni esposti in Genoa-Sampdoria fossero al Ferraris da un emse
A scatenare in modo definitivo gli scontri durante e dopo il derby di Coppa Italia tra Sampdoria e Genoa è stata l’esposizione di quattro striscioni degi Ultras Tito Cucchiaroni in Gradinata Nord. Striscioni rubati nel raid dello scorso 5 maggio, quando un gruppo di ultrà rossoblù devastò la sede dei sostenitori blucerchiati.
Si temeva l’esposizione e così è stato nonostante i rigidi controlli. Controlli che, stando a quanto afferma Il Secolo XIX, i tifosi del Genoa avrebbero aggirato portando dentro gli striscioni, sempre senza autorizzazione, oltre un mese fa. Il quotidiano parla addirittura della sfida sempre di Coppa Italia con la Reggiana dello scorso 9 agosto.
Genoa-Sampdoria, gli striscioni degli Ultras Tito scatenano gli scontri
Genoa-Sampdoria, gli striscioni degli Ultras Tito Cucchiaroni al Ferraris da oltre un mese. Il retroscena
LEGGI ANCHE Sampdoria, pugno duro dopo gli scontri del derby
Al più tardi si parla della prima di campionato contro l’Inter, ma, sembra accertato, sicuramente non in occasione del derby. I quattro striscioni sarebbero, quindi, rimasti nella pancia del Luigi Ferraris per oltre un mese, con l’intento di sventolarli davanti ai blucerchiati in occasione del derby.
La Digos sta lavorando e sembra che in occaisione del raid di cinque mesi fa sia stato rubato anche un cellulare grazie al quale un gruppo di genoani sarebbe stato in grado di anticipare alcune mosse dei rivali. Scene da guerriglia urbana, con il derby come atto di maggior tensione e scontri e un clima teso che si respirava in città già da diverse settimane.