Oggi ricorre il settimo anniversario della scomparsa di Riccardo Garrone, l’uomo che riportò la Sampdoria in Champions League
Per chi tifa Sampdoria il 21 gennaio non è una data come le altre. Non lo è dal 2013, quando, a quasi 7 anni, si spense Riccardo Garrone. “Duccio” ha segnato un periodo importante della storia blucerchiata, prima come sponsor, con la sua ERG stampato sulle maglie blucerchiate nell’anno dello scudetto, e poi come presidente, dal 2002, quando prese la Sampdoria, la salvò. Chi le ha vissute può ancora vedere, vive, le immagini di Gianluca Vialli e Roberto Mancini festeggiare vittorie storiche con la maglia blucerchiata e la scritta ERG con lo scudetto sul petto.
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Nel 2002 il suo avvento è stato fondamentale per salvare la società dai problemi economici e per riportarla subito in Serie A. Qualche anno di mediocrità, poi il primo colpo con Beppe Marotta e Fabio Paratici dalla sua parte: Antonio Cassano. Poi Giampaolo Pazzini, il 2010, la qualificazione ai preliminari di Champions League. La vittoria sul Napoli che certificava un percorso magnifico, iniziato otto prima dalla Serie B. Garrone ha vissuto e assorbito tutto ciò che è Sampdoria, creando un legame vero e sincero con i tifosi.
Il mancato accesso alla Coppa con le grandi orecchie e la retrocessione in Serie B dell’anno dopo hanno fatto male, ha lasciato il segno in una stagione disgraziata ma non ha scalfito il suo ricordo, quello di presidente buono, presente, tifoso. Così “Duccio” ha legato il suo nome alla maglia più bella del mondo in modo indissolubile…