Euro2020, Ungheria: la favola di mister Rossi, dalla serie C agli europei, tra il 93 e il 95 è compagno di Mancini alla Sampdoria.
Ci sono storie che sembrano scritte da un romanziere, ci sono storie che vediamo soltanto al cinema o a teatro. Ci sono storie, come quelle di Marco Rossi che confermano quanto la vita sia sorprendente. Marco Rossi, non è un nome di fantasia (molto scontato), è il nome dell’allenatore dell’Ungheria che questa sera fa il suo debutto a Euro2020. E cosa c’è di strano, direte voi?
Di strano niente. La storia di Marco Rossi non è una storia strana, è una storia difficile, incredibile. Ex calciatore di Sampdoria e Brescia, condivide lo spogliatoio dei blucerchiati con Roberto Mancini, dal 93 al 95. Ritiratosi nei primi anni Duemila, inizia la sua carriera di allenatore nella Beretti del Lumezzane, è il 2003. Poi il Pro Patria, lo Spezia e la Cavese. Tutte squadre tra la serie D e la serie C. Il 14 febbraio 2011 l’esonero dalla Cavese perché ultima nel girone di C1. Una carriera che rischia di fermarsi a quel punto, nessuno lo chiama più, nessuno vuole affidargli una squadra. Come da lui stesso riportato, le uniche richieste sono in cambio di soldi. Pagare per allenare in serie C. E’ troppo. Forse meglio ricominciare a fare il commercialista nello studio del fratello. Senza stipendio non è facile arrivare alla fine del mese.
Euro2020: Marco Rossi dalla disoccupazione alla nazionale ungherese
Euro2020, Ungheria: la favola di mister Rossi, compagno di Mancini
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Poi però arriva un viaggio in Ungheria a trovare un amico. La cena in un ristorante di Budapest e la conoscenza con il direttore sportivo dell’Honved, Fabio Cordella, che decise di assegnargli la panchina in quell’estate. A Budapest allena due anni, dal 2012 al 2014, si dimetterà per divergenze con la società. Ci torna nel 2015 e alla fine, dopo alcuni buoni piazzamenti in campionato, riesce a trionfare. Nel 2018 viene premiato a Coverciano con la Panchina d’Oro speciale riservata ai tecnici azzurri vincitori di un campionato all’estero.
Il suo sogno è quello di allenare una squadra di Serie A, ma dall’Italia ancora nessuna chiamata. Si fa avanti a questo punto la nazionale ungherese. Appena esclusa dai mondiali 2018 ha bisogno di una rifondazione. Buoni risultati nel girone di qualificazione portano la nazionale magiara a sfidare la Bulgaria nel primo playoff. Superata con una doppia vittoria per 3 a 1, mister Marco Rossi sfida l’Islanda. L’andata è a favore dei geyser-sound (la famosa coreografia dei battiti di mano nata a Euro2016): ma l’1-0 viene ribaltato con due gol nei minuti di recupero.
E quindi eccoci qui. Marco Rossi ce l’ha fatta e stasera sfida il Portogallo di Cristiano Ronaldo, in un girone di ferro con anche Germania e Francia. L’Ungheria farà la sua parte. Marco Rossi è pronto a questa ulteriore prova. E il sogno di allenare in serie A? Come rilasciato da lui in un’intervista al Corriere della Sera, non ci crede più.
Pe allenare in serie A servono requisiti e conoscenze che non ho saputo coltivare.