Il rapporto tra Carlo Osti e la Sampdoria è finito: alla base della decisione di Ferrero la gestione del mercato, della femminile e la questione economica
Dopo nove anni è finita la storia tra Carlo Osti e la Sampdoria. Una fine burrascosa e improvvisa dopo che il responsabile delle aree tecniche aveva firmato il rinnovo fino al 2023 pochi mesi fa. Lo storico braccio destro prima di Garrone poi di Massimo Ferrero è stato congedato con una lettera dopo un mese decisamente burrascoso.
Dopo quasi un mese di ferie forzate – cominciate prima della partita con l’Inter – Osti ieri (venerdì, ndr) è tornato a Bogliasco per stare vicino alla squadra, ma è stato congedato con la consegna di una lettera in cui si comunicava la fine del rapporto. Qui Ferrero ha ribadito le inadempienze già contestate il 3 settembre in un’altra lettera che, di fatto, aveva aperto la crisi.
I motivi riconosciuti dal presidente sono i noti. Dalla cattiva gestione dei trasferimenti della squadra femminile alla mancanza del raggiungimento degli obiettivi (cessioni), fino ai rapporti con Roberto D’Aversa e il suo staff.
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Mattia Grassasni, avvocato di Osti, ha contestato punto per punto le prime accuse di Ferrero, affermando che, cessione di Damsgaard esclusa, gli obiettivi sulle cessioni sono stati raggiunti tutti. La frattura però non si è più ricucita e, in attesa del pronunciamento da parte del giudice sul licenziamento, Osti rimane esonerato. A prescindere, quindi, dalla decisione del giudice, il rapporto è ormai concluso.
C’è, però, qualcosa di più. Un altro motivo importante della frattura è di natura economica. Dopo il rinnovo Ferrero ha riconosciuto a Osti un aumento, equiparando il suo ingaggio a quello di Faggiano e riconoscendogli anche un plus. Avrebbe, quindi, guadagnato più dell’attuale ds.
Dopo il mercato, però, Ferrero ha chiesto a Osti di rinunciare all’aumento e, di fronte al no del diretto interessato, la contesa si è inasprita e sono iniziati i contenziosi. Sfociati, poi, nella fine del rapporto.