Solito copione. Prima sotto, con la banda del buco Colley-Audero, che sono ormai sono un classico della commedia dell’arte blucerchiata.
Ma – come con il Parma, come con la Juventus, come con il Cagliari, come con il Napoli – il goal degli avversari non fotografava affatto una partita dominata dalla Sampdoria a livello di occasioni da rete.
Poi, oddio, il primo tempo era inguardabile da qualsiasi lato lo si guardasse, granata o blucerchiato.
Poi, semplicemente, Gaston. Che, insieme a Quaglia, funziona perfettamente.
Che ha battuto una punizione fantastica, che sir Claudio ha paragonato a quelle di Francesco Totti, che è come dire essere paragonato al dio del calcio dal suo sommo sacerdote, dal poeta di Eupalla.
Funziona Gaston così come funziona tutta la Sampdoria, che per mezz’ora è stata Paolino Paperino, con un difensore, che per me potenzialmente è il miglior centrale del campionato italiano che ha fatto un errore incredibile e un portiere che l’hanno scorso è stato un ottimo portiere che non ne prende una, nemmeno per sbaglio, con la scena ridicola della palla che gli rotola dietro.
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E Ranieri firma il suo ennesimo capolavoro, la sua ennesima lezione di calcio a tutti coloro che hanno anche semplicemente dubitato per un secondo di lui.
Addirittura, a dare un ulteriore segnale a tutti i suoi, fa esordire in blucerchiato La Gumina, che è una sorta di Maxi Lopez un filo più magro, e fa tornare Bertolacci, a dimostrare che questo è un gruppo.
E, per l’ennesima volta arriva la conferma che prima cambia la proprietà meglio è, ma che il problema non era la proprietà.
Che il problema non era la rosa.
Ma che il problema era l’allenatore e pensare di vedere questa squadra all’ultimo posto con tre punti in sette partite era una cosa che non si poteva sentire, nè guardare.
Vedere poi che gli mmericani, i salvatori della patria, quelli che ci hanno raccontato essere i cavalieri bianchi con soldi che uscivano dalle tasche pronti ad essere spesi per vincere un secondo scudetto, non sono così salvatori, non sono così cavalieri e probabilmente non hanno nemmeno così tanti soldi, non fa che aumentare la gratitudine per Ranieri che ha scacciato questi cattivi pensieri.
A fine campionato, se tutto andrà bene, come ci auguriamo, forse potremo prendere quelli del partito degli mmericani e dire loro che non si creano illusioni, che il concetto di Bene e di Male non è propriamente quello che pensano loro e che l’unico vero americano è un signore di Roma, San Saba, che non urla, che non strilla, che addirittura ha chiamato da parte proprio Ramirez che chiedeva un rigore che poteva essere dato ma anche no e gli ha detto: “Gaston, ormai non l’ha dato, pensa a giocare, tranquillo, ti voglio bene”. E ha sorriso.
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Ecco, la forza di Ranieri è il sorriso, la serenità.
Nel partito degli mmericani, io ci vedevo tanta rabbia, tanto livore, tanta delusione e amarezza, anche giustificata.
Ma, se salvezza sarà, sarà la salvezza del sorriso, delle buone maniere, dell’educazione, della normalità, della serietà, dell’essere perbene.
Se Ranieri è un bollito come sognavano nel partito degli ‘mmericani’ è un bollito del Diana di Bologna, tanta roba.