Paolo Giampieri ha ripercorso l’origine della crisi della Sampdoria, partendo dal passaggio di proprietà tra Edoardo Garrone e Massimo Ferrero
La retrocessione della Sampdoria non è la cosa più preoccupante per i tifosi. La Serie B, ormai ufficiale, ha lasciato spazio da diverse settimane al timore che la società blucerchiata possa fallire. Serve un investitore che mette i soldi necessari per salvare il club e consentirgli di iscriversi al prossimo campionato.
Sul Secolo XIX Paolo Giampieri ha commentato la situazione di Corte Lambruschini, partendo dal lontano 2014. Ovverosia da quando Edoardo Garrone ha ceduto la società a Massimo Ferrero, un presidente definito squattrinato:
Il caso della Sampdoria, invece, è unico e il rischio fallimento quanto mai concreto è dovuto alla singolare presenza di un proprietario squattrinato – Massimo Ferrero – cui la squadra era stata donata nel 2014 dalla famiglia di solidi industriali Garrone-Mondini.
Sampdoria, Giampieri: cessione Garrone incauta
Crisi Sampdoria, Paolo Giampieri: cessione a Ferrero insensata e pericolosa
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Giampieri parla in modo chiaro di “donazione”. E definisce l’operazione di Garrone “insensata” proprio mentre Ferrero stava affrontando il patteggiamento per la bancarotta della Livingstone:
Un’operazione insensata e pericolosa, come doveva dimostrare ampiamente il contemporaneo patteggiamento di una bancarotta fraudolenta che Ferrero portava a termine proprio nelle ore del passaggio di proprietà.
Non poteva mancare, poi, neanche da parte di Paolo Giampieri, un attacco alle istituzioni. Stupisce, infatti, il silenzio assordante della Lega Calcio e della Federazione che non hanno mai sollevato dubbi, non tutelando il patrimonio di una delle squadre più importanti della Serie A:
Ma al di là dell’incauto passo di Garrone, stupisce che non una sola voce discordante, dubbiosa, si fosse levata dalla Lega Calcio e dalla Federcalcio a tutela non soltanto del club e del patrimonio condiviso che, sempre, una squadra di calcio rappresenta. Ma anche a tutela della Serie A, sempre a caccia di nuovi sponsor, diritti televisivi e introiti assortiti che tengano in qualche modo in piedi il traballante baraccone.