Il Cda sta cercando una soluzione alla crisi della Sampdoria: l’aumento di capitale può essere sottoscritto anche senza l’approvazione di Ferrero
Per salvare la Sampdoria e ripartire dalla Serie B c’è poco tempo. E’ ancora possibile, ma serve un’offerta vincolante che consenta al Cda di attuare il piano di ristrutturazione del debito tracciato dai consiglieri insieme a Eugenio Bissocoli nella procedura di composizione negoziata della crisi aziendale.
Solo con un investitore e con un’offerta vincolante, i creditori approveranno il piano e verrà – poi – richiesta l’omologazione al Tribunale. Le strade possibili sono sempre quelle del bond convertibile e dell’aumento di capitale, con quest’ultima che sembra quella più percorribile. Trentacinque milioni subito per fra fronte alle scadenze federali.
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La strada della ricapitalizzazione era quella intrapresa da Alessandro Barnaba tra dicembre e gennaio, ma si era scontrata con il mancato consenso della proprietà (Massimo Ferrero). Il Cda, ai tempi, non poteva procedere con l’abbattimento del capitale sociale, ma, come riporta Il Secolo XIX, qualcosa è cambiato.
Si cercherà ancora un’intesa con Ferrero, ma il suo via libera non è obbligatorio. Nel caso in cui, infatti, l’ex presidente fosse contrario, le norme che regolano la Crisi d’impresa consentirebbero un aumento di capitale anche senza l’ok del socio di maggioranza.
Se Ferrero non effettuasse l’aumento di capitale in proporzione alle sue quote, esso potrebbe essere fatto da un socio di minoranza (Barnaba) o essere aperto a terzi.