Cessione Sampdoria, nella sottoscrizione del bond convertibile emerge un retroscena sulle azioni date in pegno in cambio dei 35 milioni
Il piano di Massimo Ferrero e degli azionisti di maggioranza è chiaro: tenersi la Sampdoria. L’ex presidente non ha intenzione di mollare tanto facilmente, anche perché ha bisogno, in futuro, dei soldi della cessione del club per poter rispettare quanto stabilito dal Tribunale di Roma nell’ambito dei concordati Farvem (che deve essere ancora approvato) ed Eleven Finance.
Ecco perché non ha accettato l’inserimento di Alessandro Barnaba e sta cercando un finanziamento per poter sottoscrivere l’aumento di capitale. L’operazione di finanza strutturata, però, non è semplice e Ferrero sta faticando a trovare chi sottoscriva il bond convertibile. Il Secolo XIX, poi, ha svelato un retroscena sulla trattativa.
Cessione Sampdoria, le azioni in pegno
Cessione Sampdoria, di chi sono le azioni in pegno? Il retroscena
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A differenza di quanto si pensava, in pegno in cambio dei 35 milioni, non andrebbe il 99% delle azioni della Sport Spettacolo Holding, la controllante della Sampdoria, ma direttamente della U.C. Sampdoria. Con Ferrero che avrebbe, dal momento della sottoscrizione del bond, due anni per rientrare dal prestito a un tasso di interesse da definire.
Rientrare oppure vendere con, come si legge sul quotidiano, la possibilità di perdere la società a zero nel caso in cui non riuscisse a rientrare dal prestito. Situazione, questa, da evitare considerando l’inserimento della Sampdoria come garanzia per le due aziende romane.