Cara Sampdoria e caro Giampaolo, adesso svegliatevi, cominciate a giocare per la salvezza. È il primo editoriale di Marco Bisacchi per ClubDoria46…
Quel che più preoccupa in questo momento paradossalmente è proprio la mancanza di preoccupazione. Non parlo di paura ma di sano realismo. Forse qualcuno si era illuso di essersi salvato vincendo a Venezia ma la classifica, il campo e persino il calendario dicono altro.
Non si può sempre e solo confidare nelle disgrazie altrui: i blucerchiati se vogliono evitare la serie B ora devono svegliarsi.
Sino al goal subito è stata una partita in equilibrio, sino al goal subito ho visto la miglior prestazione della Sampdoria sinora fuori casa…
L’analisi di Marco Giampaolo non mi convince. Oggettivamente il Bologna ha strameritato la vittoria che avrebbe potuto essere ben più robusta nel punteggio. I rossoblù avevano le loro motivazioni – su tutte quelle di dedicare la vittoria a Mihajlovic (a proposito forza Sinisa) – ma le motivazioni della Sampdoria, che a quota 29 punti è tutt’altro che tranquilla, avrebbero dovuto essere ben superiori.
L’atteggiamento in certe partite soprattutto in questa fase del campionato dovrebbe essere completamente diverso. Serve lo spirito, serve la fame, serve la voglia di uscire dal campo con un risultato da raggiungere in ogni modo possibile, serve combattere e non nascondersi dietro alibi o alchimie tattiche.
Siamo onesti: dare le colpe a Giampaolo di un’eventuale retrocessione sarebbe ingeneroso perché i padri di questa stagione negativa sono tanti. Il peccato originale a livello tecnico resta la mancata conferma di Claudio Ranieri (vero, Ferrero?), poi anche la gestione D’Aversa e un momento societario a dir poco in salita hanno fatto il loro. E però continuo a pensare che sia lecito attendersi qualcosa di più, anzi molto di più.
La Sampdoria è in difficoltà ma dare le colpe solo a Giampaolo è sbagliato
Cara Sampdoria e caro Giampaolo, adesso svegliatevi…
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Da Giampaolo e dagli stessi calciatori. Perché Stefano Sensi non riesce a incidere dopo aver finalmente trovato quella continuità che gli mancava all’Inter? Perché Antonio Candreva è sparito e non fa la più differenza, davvero è solo colpa del modulo “talebano” dello stesso Giampaolo che non prevede gli esterni? Perché Francesco Caputo continua a vivere una stagione sempre in chiaro scuro, con qualche raro acuto e molti passaggi a vuoto come il goal clamorosamente fallito in avvio di ripresa al Dall’Ara?
E poi perché la Samp non riesce a trovare pace tra i pali? Emil Audero era tornato proprio a Venezia nella formazione titolare ma mi pare che dopo poche settimane siamo tornati al punto di partenza. Il portiere è un ruolo determinante, deve dare sicurezza ai compagni: in questo momento – spiace dirlo – non riesce a darla.
Insomma, la sveglia ora deve suonare per tutti. E in fretta. Perché fallire la partita di sabato con la Salernitana avrebbe effetti davvero nefasti. Marco Giampaolo è un allenatore intelligente, ama la Sampdoria ed è stimato da una piazza che pure in questo momento (sarebbe inutile negarlo) non nasconde i mugugni: nulla è perduto ma ora la rotta deve essere diversa.
La Sampdoria attuale non è più quella del suo primo triennio. Non ci sono più Torreira, Bruno Fernandes, Skriniar, Andersen, Muriel, Zapata, Schick e compagnia. La squadra ha un livello molto più basso sotto molti profili. Alcuni giocatori importanti – su tutti Gabbiadini e Damsgaard – ora sono fuori uso ma questi sono solo alibi.
Alla Sampdoria non ci sono i giovani di un tempo
Così come è un alibi la storia di una società commissariata che aspetta un compratore: se gli stipendi vengono pagati regolarmente la squadra deve solo pensare a fare punti e salvarsi. In tutti i modi, ribadisco. “Non so come si faccia a giocare per il pareggio” ha detto lo stesso Giampaolo prima della gara di Bologna.
Ecco, sarebbe bene ogni tanto anche lottare senza vergogna per portare a casa un pareggio, un punto per muovere classifica e morale. Senza inseguire una filosofia di gioco che ad oggi si è vista solo parzialmente.
Meglio pensare alla pratica che alla teoria. Non dimentichiamoci che i blucerchiati non hanno vinto a Venezia tre settimane fa grazie al gioco ma grazie ai nervi, che hanno tenuto ben più saldi rispetto ai rivali.
La differenza ora sta in quello. Poi in estate – se la Samp sarà arrivata in porto – si potrà tornare a parlare di filosofia, di gioco, di mercato, società e tutto il resto. Magari ancora con in panchina. Ma prima bisogna solo salvarsi. E lottare, giocare per salvarsi. Solo quello. In ogni modo possibile.