È arrivato l’ultimo giorno dell’anno ed è il momento di fare qualche riflessione sulla Sampdoria aspettando i regali di Natale…
Cari amici, eccoci a fare i conti in tasca a questo 2025, che scivola via calcisticamente non rimpianto da nessuno, come anno più terribile (“annus horribilis”) della ormai ottuagenaria storia blucerchiata.
Premesso che la fine dell’anno tra dicembre e gennaio, per quanto mi riguarda, è poco più di una convenzione (e, a mio avviso, così dovrebbe essere per tutti: ci ho persino scritto un saggio, pochi anni fa), perchè in realtà la vera spaccatura è costituita dall’estate e l’anno “vero”, quello di ciascuno di noi, coincide con la stagione scolastica e financo quella calcistica, proviamo a stilare un breve bilancio di “quasi” giro di boa del campionato in corso.
Partiamo dal presupposto che le tre recenti vittorie consecutive in casa condizionano fortemente il giudizio: forse in altri momenti qualcuna di queste vittorie si sarebbe tramutata in pareggio, così come – è pur vero – altre gare si sarebbero potute concludere diversamente. Vittorie da Serie B, ravattate, cercate più che meritate, ma che comunque hanno cambiato il verso della classifica.
Facendo bene i conti, e senza voler esprimere giudizi “ad personam”, è innegabile che il cambio di panchina qualcosa ha prodotto, se non altro in termini di risultati. Dieci punti nelle ultime sei partite, a fronte dei sette nelle precedenti dodici, non possono essere solo frutto del caso.
O, se si preferisce, cinque nelle nove partite della gestione precedente e dodici nelle nove di quella attuale: la svolta – e lo ribadisco, in termini di numeri – c’è stata.
Il gioco: su questo, invece, siamo ancora lontani da una certa continuità. Però è innegabile che certe imbarcate sono solo un ricordo, e che il piano gara si inizia a intravedere, pur con troppi errori individuali e collettivi che condizionano la gara.
Sampdoria, perchè non puntare sul ritorno di Bruno Amione?
Sampdoria, riflessioni di fine anno aspettando (ancora) i regali di Natale…
Gli aspetti positivi sono, a mio avviso, nella capacità di rimanere sempre dentro la partita, anche contro squadre di livello. Frosinone, Venezia e soprattutto Palermo, hanno dovuto sudarsi il risultato positivo, pur all’interno di gare in cui la prestazione non è stata sempre così continua.
Questo atteggiamento si riflette nella voglia, che non sta mai mancando (e, anzi, talvolta si tramuta in foga irrazionale), e nello spirito di gruppo, che quasi si mangia. Altro lato positivo è il miglioramento della condizione fisica di tanti interpreti, Antonin Barak su tutti. Quando le gambe danno sicurezza la testa è più serena.
Continua a mancare, invece, una certa mancanza di inventiva sulla tre quarti, ed è abbastanza strano, perchè in linea teorica la presenza dei due folletti offensivi dovrebbe dare proprio imprevedibilità alla manovra, favorendo Massimo Coda (vorrei dire “l’attacco”, ma per il momento i due concetti si sovrappongono) o gli inserimenti dei centrocampisti e degli esterni. Il gioco, quindi ristagna anzichè no, e le occasioni da rete arrivano con il contagocce.
E’ una costante anche l’evidente masochismo difensivo: una scemenza esiziale a partita, come minimo, ci scappa con pervicace costanza.
E ora il mercato può aiutare la Sampdoria…
Così, tutta la gente blucerchiata – presente, paziente, pulsante – attende il mercato come i bambini aspettano la mattina di Natale, accomunati gli uni e gli altri dai regali sospirati.
Per quanto riguarda la Sampdoria uno o due difensori di ruolo (anche alla luce del grave infortunio occorso a Lorenzo Venuti). Sicuramente un centrocampista di regia, due attaccanti d’area, magari con caratteristiche diverse.
Nel merito, osservo e leggo. Il mio mestiere è un altro. Ma, come ho avuto modo di spiegare anche in recenti trasmissioni televisive, prenderei in seria considerazione per la retroguardia il ritorno in blucerchiato di Bruno Amione.
E’ ancora giovanissimo, è comunitario, è finito in un campionato poco competitivo. E poi è rimasto legatissimo ai colori bucerchiati (per i quali aveva dimostrato un attaccamento speciale, ne sa qualcosa tal Pellegri). Cosa non da poco è mancino di piede, ha fisico e velocità, credo abbia un costo tollerabilissimo. Io un pensiero lo farei.
Detto questo, salutiamolo senza rimpianti, questo 2025 calcistico. Da troppo tempo aspettiamo un anno (solare) all’altezza. Fosse che fosse la volta buona…



