La Sampdoria è salva per meriti suoi e di chi di gente come Evani e Lombardo che devono restare in panchina. E poi via alla rivoliuzione
All’inferno non siamo marciti ma siamo resuscitati. Questa l’unica risposta a chi, per sfottò (e ci sta) o per ignoranza, ha creduto e sperato che la Sampdoria fosse caduta negli inferi del peggiore dei gironi danteschi.
La Sampdoria è risorta dopo più di un mese di illazioni tipiche di chi non conosce regolamenti, di chi si è permesso di infangare il nome di questa società con diffamazioni di ogni genere.
La Samp non ha avuto né agevolazioni né colpe, il Doria ha giocato un playout che le spettava di diritto per una classifica ridisegnata dopo l’illecito commesso dal presidente Massimo Cellino ai danni della società Brescia. Nulla di scandaloso quindi… nulla di pilotato.
Da che esiste il calcio gli illeciti amministrativi vengono puniti con la decurtazione dei punti. Polverone inutile che ha portato la società blucerchiata e i suoi tifosi sulla bocca di mezza Italia pallonara e che ne ha sporcato l’immagine per demeriti altrui.
Dopo un campionato vergognoso e ricco di errori imperdonabili la Samp rimane quindi in serie B e lo fa con totale merito. Una squadra rifondata sotto tutti i punti di vista che in poco più di un mese è stata stravolta sia fisicamente che mentalmente. Merito di chi ha saputo, con coraggio, estraniare chi non era, poco professionalmente, pronto per l’ultima battaglia sul campo. E dando spazio a chi ha saputo calarsi nella parte con dedizione, umiltà e con quella spensieratezza che è mancata in questa nefasta stagione.
Sampdoria, avanti con Alberico Evani e Attilio Lombardo
Sampdoria, rivoluzione sì ma con Evani e Lombardo in panchina
LEGGI ANCHE Sampdoria, Alessandro Messina e Maheta Molango si dimettono. Tocca a Francesco De Gennaro? La situazione
Due gare giocate alla perfezione, contro quei “tutto e tutti” che speravano di vedere la maglia blucerchiata calcare i campi della lega pro. E invece a questi gufi è andata male perché per la prima volta, dopo tante umiliazioni, questa squadra ha dato tutto quello che doveva dare. Nonostante le assenze, nonostante l’ignobile disappunto di chi sosteneva che le cose non sarebbero dovute andare così.
La Sampdoria è salva e non grazie al sistema, a Gravina o all’agenzia delle entrate. La Sampdoria è salva grazie ai suoi tifosi che nonostante lo scandaloso epilogo di un campionato da non dimenticare, si sono stretti fortissimo in un unico e caloroso abbraccio per difendere la propria maglia.
Commoventi le trentamila anime che hanno accompagnato la squadra in questo ultimo atto.
Un grazie particolare a chi ha messo a disposizione la propria immagine, la propria personalità e il proprio senso di appartenenza. A chi l’ha fatto nel momento più buio della storia della Sampdoria per provare a salvare una società alla deriva.
Mi aspetto al più presto che chi di dovere abbia già pronta carta e penna per un rinnovo più che meritato per questi coraggiosi e pazzi condottieri. Per i tifosi blucerchiati le immagini di Attilio Lombardo con le lacrime agli occhi, prima di sconforto e poi di gioia, devono rimanere impresse per sempre. Per sempre come quelle di una obbligata rinascita.
Ma ora che succederà? Oggi non si cancella nulla, applausi a chi li merita e un “caloroso arrivederci senza grazie” a chi ha contribuito a finire a un passo dal baratro.
La squadra va rivoluzionata, la dirigenza deve fare tesoro, ma veramente non solo a parole, degli errori commessi con supponenza e arroganza. Devo farlo ricostruendo dalle basi una società di persone competenti e ambiziose. E deve farlo tagliando chi, in questi due anni e anche in quelli precedenti, ha letteralmente ballato sulla testa dei Sampdoriani e della Sampdoria.
Da oggi deve iniziare la nuova era… Quella che nasce con le lacrime di gioia di chi davvero ama questi colori.