Il Riesame di Catanzaro ha depositato le motivazioni che riguardano alcuni degli indagati coinvolti nell’inchiesta contro l’ex presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, che ha portato al suo arresto a inizio dicembre
Depositate le motivazioni Tribunale del Riesame di Catanzaro a carico di imprenditori e consulenti del “gruppo Ferrero”. Dagli atti si registrano nuove intercettazioni da cui emerge che i parenti del “Viperetta”, ossia il patron della Sampdoria Massimo Ferrero, erano allarmati per la richiesta di fallimento della Procura della Repubblica di Paola, diretta da Pierpaolo Bruni, a carico della Maestrale Srl.
L’inchiesta riguarda il preoccupante “cerchio dei raggiri” che ha portato a un “dissesto finanziario ed economico immane” caratterizzato da un sistema di “scatole cinesi” riconducibili al patron della Samp Massimo Ferrero ed a suoi parenti diretti. I giudici di Catanzaro insomma ritengono profondamente veritiero il quadro accusatorio aggiungendo per la posizione di Giorgio Ferrero come “le ultime intercettazioni depositate dal pm di Paola lascino emergere, in modo ancora più pregnante, il concreto e attuale rischio che Ferrero Giorgio, se non sottoposto a misura cautelare, possa continuare a gestire gli interessi societari di Massimo Ferrero” e anche di Vanessa, “così come ha effettuato in passato ed emerso nel corso della presente indagine”
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Secondo quanto emerso dalle indagini, il 23 dicembre 2013, gli indagati cagionavano il dissesto della società Ellemme Group Srl per effetto di operazioni dolose.
Il collegio del Tribunale del Riesame di Catanzaro ha rigettato per Giorgio Ferrero, confermando le contestazioni del Gip di Paola contro Del Gatto e trasformando a suo carico la misura dei domiciliari in divieto temporaneo di esercitare attività di impresa per dodici mesi.
Nell’ordinanza del Riesame catanzarese, tra l’altro, si legge:
Con particolare riguardo a Ferrero Giorgio, cui sono ascritte numerose e gravi condotte poste in essere nel contesto di riferimento, lo stesso risulta aver rivestito e/o ancora rivestire cariche di rilievo in altre società riconducibili al contesto d’interesse, in particolare: Film 9 S.r.l. — attiva —, quale socio e amministratore unico; Holding Max S.r.l. — attiva — quale socio e amministratore unico; I Golosi Sr.l.s. — inattiva — quale socio e amministratore unico; Mediaport Cinema Sr.l. (incorporata a Eleven Finance S.r.l il 28.10.2015), quale amministratore unico; Primus Real Estate S.r.l. — inattiva —, quale socio. Lo stesso continua a mantenere contatti anche con gli altri indagati interloquendo su questioni afferenti alle gestioni pregresse e attuali.
A tale ultimo proposito significative appaiono la plurime conversazioni d’interesse sopra citate con specifico riferimento al predetto, da cui si evince la stretta cointeressenza con gli interessi economici di Ferrero Massimo e della figlia Ferrero Vanessa, con cui si confronta anche in riferimento ai comportamenti tenuti da persone di fiducia del primo
E ancora:
In particolare, con riguardo a Ferrero Massimo, Ferrero Vanessa, Fanelli Giovanni, Del Gatto Aniello, Coppolone Roberto e Ferrero Giorgio i forti interessi personali sottesi alle condotte in esame, l’elevato grado di coinvolgimento nel contesto soggettivo e oggettivo di riferimento, il numero e la gravità delle condotte loro ascritte per come indicate nella provvisoria imputazione e l’inserimento delle stesse in un contesto soggettivo e oggettivo allargato fanno ritenere che l’applicazione di una misura non custodiale sia inidonea allo scopo.
Appare infatti elevato il pericolo che, ove liberi di circolare sul territorio, gli indagati possano operare illecitamente in maniera sia diretta che mediata, anche attraverso contatti e comunicazioni reciproche e/o con terzi
Con riferimento a Del Gatto Aniello, Ferrero Vanessa e Giorgio, Fanelli e Coppolone,
Si ritiene che le circostanze summenzionate in riferimento alla pluralità e gravità delle condotte loro ascritte, alle modalità delle stesse e al relativo coinvolgimento nel contesto oggettivo e soggettivo di riferimento (avuto riguardo alle emergenze relative alle società tuttora riconducibili al contesto in esame — per come ricostruite dalla P.G. operante — e/o alle risultanze delle operazioni tecniche di intercettazione con riguardo ai contatti in essere tra gli indagati) impongano come detto l’applicazione di una misura custodiale.
Al contempo, tenuto conto dello stato di incensuratezza degli stessi, del minor numero di fatti ascritti a loro carico e dell’incidenza dei ruoli formalmente rivestiti ai fini della perpetrazione degli illeciti, idonea e pienamente rispondente alle esigenze cautelari del caso di specie, oltre che proporzionata all’entità dei fatti ed alla sanzione che si ritiene potrà essere irrogata, appare l’applicazione congiunta della misura cautelare degli arresti domiciliari, con assoluto divieto di comunicazione — anche per via telefonica e telematica — con soggetti diversi da coloro i quali con gli stessi coabitano o che li assistono, e della misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare attività di impresa e uffici direttivi delle persone giuridiche
Con riferimento alla misura coercitiva disposta il ritenuto pericolo di recidiva, e la prognosi circa l’entità della pena che potrà in concreto essere irrogata all’esito del giudizio, tenuto conto dei limiti edittali previsti e della gravità dei fatti:
Fanno escludere — allo stato — la futura concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena”. Il Collegio condivide la ricostruzione operata dal primo giudice con riferimento alla sussistenza delle esigenze cautelari, evidenziando come, peraltro, la produzione documentale depositata dall’Ufficio di procura nel corso dell’odierna udienza camerale sia da supporto alle argomentazioni già spese dal Gip di Paola
Le accuse ad Aniello Del Gatto

La Guardia di Finanza ha poi scoperto che Andrea Diamanti, verosimilmente avvisato con un messaggio di posta elettronica inviata da Aniello Del Gatto, chiedeva a questi la veridicità della notizia della dichiarazione di fallimento della Maestrale.
Sul punto, la procura aveva fornito nuove intercettazioni che riguardavano tutta l’inchiesta giudiziaria, da dove si percepisce una certa apprensione per la richiesta dell’estensione del fallimento, da parte della procura di Paola, di un’altra società del gruppo Ferrero.
Nel caso in esame, sul conto corrente di Del Gatto sono transitate somme che dovevano rientrare nel compendio patrimoniale della società e che dovevano essere utilizzate per soddisfare i creditori. Al contrario, il liquidatore non solo ha incassato le somme sul proprio conto corrente personale, ma in sede di approvazione del bilancio 2013, è stato deliberato il suo compenso, corrispondente alla somma residuante sopra indicata.
È evidente che anziché far fronte alle pretese creditorie, sono state soddisfatte le pretese personali di Del Gatto con ciò ponendo in essere la condotta distrattiva, secondo la definizione fornita dalla Cassazione
C’è anche una conversazione telefonica intercettata tra Del Gatto e Vanessa Ferrero, nel corso della quale quest’ultima, facendo riferimento alle vicissitudini che coinvolgono alcune società del cd. Gruppo Ferrero, spiegava: “Guarda Nello lo sai che ti voglio bene a parte per tutto per tutto quello che abbiano fatto insieme e ancora ce dividiamo .. diciamo e sembra che le cose sì stanno a mette un po’ meglio quindi speriamo bene anche giù…”.
Avevamo già illustrato in questo articolo come Aniello Del Gatto possa rappresentare un collegamento tra le indagini calabresi e la Sampdoria (DOCUMENTO- Arresto Ferrero e Sampdoria, un altro collegamento: aveva ragione Sorace…)
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