In Casa Sampdoria c’è un’aria tesa, quella con lo Spezia potrebbe essere decisiva per D’Aversa. Intanto c’è da registrare lo strano silenzio di Massimo Ferrero…
La regola del silenzio non è questa, è un’altra. Non si parla quando la squadra vince, quando la classifiche sorride. Al contrario si parla, non si grida. Si parla in difesa di un progetto (se c’è…), della propria squadra (costruita con nessuna cessione, prestiti, pagherò e obblighi), e soprattutto del proprio allenatore, scelto personalmente tra tanti, dopo che Carlo Osti aveva praticamente fatto firmare Giovanni Stroppa i primi di giugno.
Un allenatore che oggi andrebbe protetto. Andrebbe difeso da critiche, da voci di esonero. Perché in fondo se oggi D’Aversa si trova in questa situazione non è solo colpa sua o no?
La regola del silenzio è facile. La conoscono anche i bambini. Non bisogna parlare quando non ce n’è bisogno. Inutile fare lo show con Adriano Panatta e tutto il resto. Serve essere concentrati sull’obiettivo, non distrarsi, non perdere tempo inutile in ospitate che non portano a nulla se non a fare brutte figure.
Oggi il gioco del silenzio in casa Sampdoria è pericoloso come i silenzi di un anno fa sul rinnovo di Claudio Ranieri. Il silenzio allora fu decisivo. E questo? Molto pericoloso. Per tutto, non solo per Roberto D’Aversa che paga critiche non sempre meritate.
Ferrero se la prende con D’Aversa e i risultati della Sampdoria…
Sampdoria, la strana regola del silenzio di Ferrero
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Roberto D’Aversa paga stupidi pregiudizi sulla retrocessione di un anno fa del Parma. Prego andare a vedere la rosa a sua disposizione. Prego confrontarla con quella della Sampdoria di oggi.
La Sampdoria di oggi è più forte. È una squadra però che non ha nemmeno la forza di andare a protestare per un rigore netto non dato, non fischiato. Una squadra che deve reagire al di là di chi glielo chieda. Non può sempre essere colpa dell’allenatore o del presidente.
Dall’altra parte stiamo parla di una squadra vecchia, di una società che ha esaurito il progetto plusvalenze. E che con le proprie gambe fatica a camminare da sola, figuriamoci senza la spinta dei suoi tifosi.
Ferrero voleva vincere con l’Inter, con il Milan e anche con la Juventus. E il Napoli? Si sarebbe forse accontentato anche di un punto. Nessuno scherzo, tutta realtà. E allora? Allora viene difficile convivere con un presidente che crede la sua sua squadra sia sempre più forte delle altre, sia imbattibile.
Lo stesso problema per la cronaca l’ha avuto Claudio Ranieri e con risultati che non sempre piacevano al suo presidente. Nemmeno in quel caso la regola del silenzio fu rispettata. Una regola strana quella del presidente Massimo Ferrero.
Ora però si rischia di rovinare tutto, buttare tutto all’aria. Forse conviene studiare la regola, farsi consigliare dai propri maestri della comunicazione.