Dopo tre anni arriva la sentenza su Giorgio Galanti, considerato il responsabile della morte di Davide Astori, ex capitano della Fiorentina
A tre anni di distanza emerge la verità sulla morte di Davide Astori, capitano della Fiorentina trovato morto il 4 marzo 2018 a Udine. Il gip di Firenze Angelo Antonio Pezzuti ha condannato con rito abbreviato a un anno di reclusione per omicidio colposo il professor Giorgio Galanti, ex medico della Fiorentina.
Il verdetto è stato sorprendente per molti. Il tribunale di Firenze non ha infatti confermato i risultati della perizia dei suoi consulenti. I quali avevano evidenziato l’impossibilità di salvare la vita del compianto capitano della Fiorentina, se non con l’applicazione di un defibrillatore. Sono stati i periti del gup a mettere in risalto il fatto che i medici non avessero sottoposto Astori all’esame dell’holter. Indicato come linea guida nell’ottenimento dell’idoneità sportiva.
Il pm Antonino Nastasi aveva ipotizzato una grave violazione dei protocolli cardiologici per il giudizio di idoneità. Secondo periti della Procura, infatti, l’idoneità sarebbe stata rilasciata
nonostante fossero emerse aritmie cardiache che avrebbero dovuto indurre i medici a effettuare accertamenti diagnostici più approfonditi al fine di escludere una cardiopatia organica o una sindrome aritmogena”.
Lo stralcio di “Io sono più amore”, il libro della compagna di Astori
Morte Davide Astori: condannato l’ex medico della Fiorentina
LEGGI ANCHE VIDEO – Cessione Sampdoria, Ferrero: “Non c’è un compratore perché…”
Per l’occasione il Corriere della Sera ha pubblicato uno stralcio del libro di Francesca Fioretti, ex compagna di Davide Astori, “Io sono più amore”, in uscita giovedì 6 maggio.
“Ho pensato spesso di scrivere la mia storia, la nostra storia. Tutte le volte che ci ho pensato, ho pensato che non avrei saputo da dove iniziare, come andare avanti, come finire. Non è solo perché le cose da dire non sono riducibili a un libro, né lo saranno mai, ma perché il modo —il verso — mi appariva sempre qualcosa di irraggiungibile. Come possiamo dare forma al sentire, quando il sentire è così reale, quando non esiste altro se non il modo in cui ti sta addosso, tra gli organi, nella mente, quando non esiste altro se non questo strato di pelle che è venuto via e ti fa percepire il mondo i suoi odori, i colori, la luce, la modulazione del suo no, la presenza fisica, la sua assenza — come mai lo hai sentito prima? Poi ho capito che non dovevo trovare un modo, che ne avrei comunque tentati molti. Che scrivere è come fare tutte le cose che ogni giorno — per urgenza, necessità, amore e desiderio — ho imparato a fare, da sola, per me stessa, per Vittoria. Questo libro sarà tante cose, forse non riuscirà a esserne fino in fondo solo una. Raccoglierà il mio mutamento, raccoglierà la mia consapevolezza. Sarà un modo per vivere ancora una volta il di stacco, per provare a liberarmi, a librarmi, per andare di nuovo a capo, e stare immobile, a contatto con la rinascita e il dolore. Sarà un modo per rendere giustizia a questa vita a cui chiedo tutto ancora con caparbietà, per trovare un posto al mio immenso amore. Scrivo questo libro per tre persone e due sole ragioni: per Vittoria, per Davide, per me. Per non dimenticare mai nulla. Per vivere ancora. Questa è la mia storia, questa è la stanza dove vi chiedo di sedervi e, nel silenzio, aiutarmi a raccontarla”.