Sampdoria-Juve Stabia si gioca a porte chiuse, nello Stadio Luigi Ferraris riecheggia “Lettera da Amsterdam” nel silenzio
Andrea Sottil l’aveva prefigurato nella conferenza stampa precedente a Sampdoria-Juve Stabia: “Sarà surreale giocare con lo stadio vuoto, ammazzerà lo spettacolo”. Era prevedibile e così è stato. Entrare a Marassi non è lo stesso se non ci sono i tifosi. Se non c’è La Sud. Fin dal riscaldamento è mancato il sostegno alla squadra che entra in campo, anche i fischi per gli avversari avrebbero rispecchiato comunque di più l’ambiente.
Durante la partita si sentono le urla dei giocatori che si chiamano le marcature, gli allenatori che incitano le squadre, riecheggiano le voci nel silenzio. Ma l’apice della malinconia arriva appena prima del fischio d’inizio, quando l’impianto stereo dello stadio fa partire “Lettera da Amsterdam”. L’inno della Sampdoria e dei suoi tifosi, che purtroppo non ha cantato nessuno.
Sampdoria-Juve Stabia, “Lettera Da Amsterdam” riecheggia nel vuoto di Marassi a porte chiuse
VIDEO – Sampdoria-Juve Stabia, la triste “Lettera da Amsterdam”
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Il Luigi Ferraris è chiuso per decisione della prefettura dopo gli incidenti e gli scontri del derby di Coppa Italia, per cui proseguono ancora le indagini. Sampdoria-Juve Stabia, come già Genoa-Juventus, si gioca a porte chiuse, gli uomini di Sottil hanno già disputato la gara di Modena senza il grande seguito dei sampdoriani e lo faranno per altre due trasferte.
La Sud ha provato a fare il massimo, ritrovandosi sotto l‘AC Hotel e aspettando i giocatori alla partenza del pullman alla volta dello stadio. Hanno chiesto di tornare in A, li hanno spinti fino alla ricerca della vittoria. Mezz’ora di tifo incandescente, nulla di più. Perché poi la Sampdoria doveva raggiungere lo stadio e prepararsi a scendere in campo. Senza, questa volta, la spinta di Marassi blucerchiato. Senza le sciarpe sollevate che intonano il canto dei sampdoriani.