Brescia, Atalanta e più volte i tifosi della Sampdoria. Tutti contro il ritorno in campo del campionato di Serie A. Hanno ragione gli Ultras d’Italia ma il potere economico vince ancora…
Ora tocca ai Fieri Fossato alzare la voce. Se la Lega Calcio deciderà di proseguire il campionato, loro non ci saranno. Anche loro come altre tifoserie d’Italia provano un totale dissenso nelle decisioni della Figc, intenzionata a tornare in campo considerandolo poco rispettose nei confronti delle persone colpite da questa terribile tragedia.
“Vogliamo dire la nostra sul teatrino disgustoso – recita il comunicato di uno dei gruppi storici della Sud – che si è creato in queste settimane intorno al mondo del calcio italiano ed europeo per la sua ripresa. Stiamo assistendo, nostro malgrado, a quello che purtroppo ci aspettavamo; uno squallido show messo in piedi dai presidenti delle società e dalle istituzioni che fanno capo al calcio italiano, tutto questo ovviamente in nome del dio denaro”.
A dare più fastidio “la quantità di tamponi che ogni squadra dovrebbe utilizzare in ogni singola partita. Un privilegio inaccettabile, soprattutto alla luce dei problemi che il sistema sanitario sta avendo nel reperire e far analizzare i tamponi di chi è davvero in difficoltà”.
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Gli Ultras d’Italia non ci stanno: “Per noi il campionato è finito”
“Crediamo – conclude la nota – che in una situazione come quella attuale sia assolutamente spregevole parlare della ripresa del campionato e lo troviamo totalmente irrispettoso nei confronti di chi sta lottando per sopravvivere. Se questo è l’obiettivo giocare ad ogni costo con questa grave emergenza ancora in corso, ci chiamiamo fuori e questa stagione per noi può ritenersi definitivamente conclusa”.
I Fieri Fossato si uniscono agli UTC in questa decisione difficile, che si aggiungono a loro volta ad altre richieste da parte di tifoserie di Serie A, due su tutte Brescia e Atalanta che rappresentano le città più colpite dall’emergenza sanitaria.
Ancora una volta sembra che i tifosi, tanto osannati e che vengono ritenuti l’elemento essenziale del calcio, non avranno voce in capitolo. E allora gli stessi tifosi che ogni partita colorano gli spalti, questa volta non ci stanno e dicono no, non vogliono rendersi partecipi di queste scelte volte al solo scopo di salvare i guadagni senza fare appello al buon senso e al rispetto che si dovrebbe provare per le città coinvolte in questa emergenza.