Ancora uno striscione di protesta degli Ultras dell’Atalanta contro la decisione di riprendere a giocare la Serie A. Non il primo e nemmeno l’ultimo…
Nuova protesta da parte dei tifosi dell’Atalanta contrari fin dall’inizio alla ripresa del campionato dopo la ‘strage’ causate dalla pandemia. “Schifati da un’assurda decisione, inseguire i milioni e non il pallone. Sistema calcio, vergogna”. Queta l’ennesima presa di posizione degli ultras nerazzurri messa nero su bianco che avrebbero preferito sospendere in maniera definitiva il torneo per rispetto alle vittime del Covid-19.
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La Curva Nord della Dea ha fatto nuovamente sentire la sua voce quindi contro la decisione del Governo di far ripartire un campionato che vede la squadra di Gasperini protagonista non solo in Italia ma anche ai quarti di Champions già conquistati. Una posizione forte, convinta quella dei tifosi dell’Atalanta che si sono sempre dimostrati contrari alla ripresa della Serie A. Prima è arrivato un comunicato a firma dello storico capo ultrà “il Bocia” diretto anche al presidente Percassi, seguito poi da alcuni striscioni di protesta. Ora l’ultimo episodio di contestazione da parte di chi avrebbe preferito una sospensione del pallone anche per rispetto alle tante persone decedute durante l’emergenza Coronavirus, nella zona di Bergamo, una delle più colpite a livello nazionale insieme alla città di Brescia. Rivale storica in campo, non in questa tragedia…
Ultras Atalanta nuovo striscione contro la ripresa della Serie A
Alla Gazzetta dello Sport Gian Piero Gasperini ha svelato di aver avuto il Covid-19, di “aver avuto paura di morire”. Alla Rosea, l’allenatore eroe di una città ha parlato anche se è giusto o no ripartire: “Ce lo siamo chiesti più volte. Qualcuno considera “amorale” ripartire. Io ho visto gente cantare sui balconi d’Italia mentre Bergamo caricava sui camion le proprie bare. Non l’ho considerato “amorale”. L’ho considerata una reazione istintiva, un tentativo di aggrapparsi alla vita, di reagire. L’Atalanta può aiutare Bergamo a ripartire, nel rispetto del dolore e dei lutti”.
Sicuramente “ci vorrà tempo per la gioia in piazza e all’aeroporto, ma i bergamaschi sono brace sotto la cenere. Piano piano tornerà tutto. Non c’è un giocatore che si sia allontanato dalla città. Più di uno ha perso peso, che può anche essere la spia di un disagio psicologico. Difficile intuire il sommerso emozionale di tutti. Qualcuno aveva la famiglia lontana. Di sicuro la squadra è rimasta connessa con la sofferenza di Bergamo e la porterà in campo“.