Gli Ultras Atalanta dicono basta, non si può tornare a giocare la Serie A. Troppi morti a Bergamo, tanti tifosi scomparsi. Il dolore è forte…
“Bergamo e la sua gente vengono prima della nostra squadra. Presidente Percassi, questa unica e già storica strage cittadina merita un’altrettanto unica e storica decisione”. E’ il messaggio diretto verso il presidente Antonio Percassi dalla rappresentanza del tifo più caldo della curva dell’Atalanta, di uno dei suoi rappresentati, il capo ultras Claudio Galimberti. Il Bocia non se la sente di tornare a parlare di calcio, soprattutto dopo questa tragedia che ha colpito Bergamo, la sua provincia, la sua popolazione.
Con una lunga lettera affidata ai social, il Bocia esprime tutto il suo dolore: “Vedere la città che soffre, in ginocchio, che combatte negli ospedali contro la morte ogni giorno è atroce e doloroso. La rabbia è tanta, tantissima, quando percepisci che se ne stanno andando molti dei nostri ricordi più cari e gran parte della nostra storia cittadina, dove ognuno di noi piange i suoi morti senza un ultimo saluto, senza nessun preavviso. La difesa del territorio noi Ultras l’abbiamo messa sempre al primo posto, ma ora, oltre a questo, anche la tutela della salute di ognuno di noi è stata calpestata. Mi sento di dover ringraziare gli alpini della nostra provincia per quello che hanno fatto e stanno facendo: ancora una volta sono stati esempio di correttezza e altruismo. Un riconoscimento anche ai ragazzi del mio gruppo che si sono adoperati per aiutare: mi ha davvero riempito il cuore vederli pronti a dare una mano”.
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Per tutto quello che sta succedendo per colpa del Coronavirus, “caro presidente Percassi, mi esce spontaneo pensare che sia possibile che per l’Atalanta il campionato finisca qua. Magari non sarà fattibile, ma io voglio pensare che la nostra Atalanta, per quanto la amiamo, sia un esempio per tutti in questa guerra, indipendentemente da cosa decideranno i vertici del calcio. Non importa perdere 3-0 a tavolino ogni partita: Bergamo e la nostra città vengono prima della nostra squadra. Non pensiamo che tornare all’Atalanta equivalga al ritorno alla normalità, vorrebbe dire non rispettare chi non siamo riusciti a piangere e che per Bergamo ha dato la vita. Andare all’Atalanta c’è sempre un tempo e un giorno, neanche tanto lontano, vinceremo lo scudetto, ma ora esultare per un goal di Gomez non ha più senso, vorrebbe dire essere egoisti e non rispettare la Bergamo che ci ha lasciato TRAGICAMENTE e quella che deve ancora piangere! E’ solo un parere personale, ma conoscendola un po’ sono sicuro lei possa pensarla come me: questa unica già storica strage cittadina merita un altrettanto unica e storica decisione. Con rispetto e fede”