I calendari troppo fitti rischiano di causare una sovrapposizione delle partite: la complessa situazione organizzativa del calcio italiano
Il calcio italiano è in continua evoluzione. Tra dibattiti e riforme, uno dei temi caldi riguarda i calendari e le troppe partite per le squadre professionistiche. L’ovvia conseguenza è un’inevitabile sovrapposizione dei match tra quelli in campo nazionale ed internazionale.
Si tratta di un fenomeno sempre più evidente che coinvolge sia squadre di Serie A che di Serie B. Se da una parte infatti le migliori formazioni del massimo campionato italiano devono fare i conti con le competizioni europee, dall’altra ci sono i club minori nella serie cadetta che sanno bene come funziona il format della seconda lega nazionale – strutturato con playoff per la promozione e playout per la retrocessione.
Questo è ad esempio il caso della Sampdoria di Andrea Pirlo, che potrebbe esser coinvolta in una situazione o nell’altra. La stagione del club blucerchiato era iniziata con l’obiettivo playoff e la speranza di risalire subito, ma i risultati non ottimali hanno portato la Samp più vicina ai playout per non retrocedere in Lega Pro – per buona pace di chi ha puntato la multipla del giorno credendo che la squadra ligure avrebbe rivisto in breve tempo la A. Qualsiasi sarà il suo destino, a maggio la stagione potrebbe non essersi conclusa: la Sampdoria potrebbe esser attesa da altre partite, resta da capire se valide per i playoff o i playout.
Urge dunque trovare una soluzione che permetta a tutte le squadre di ridurre gli impegni settimanali ed eliminare così l’imminente problema della sovrapposizione dei match.
Troppi impegni e calendari pieni: i rischi del calcio italiano
Recentemente, i principali enti del calcio italiano si sono riuniti in un’Assemblea Generale per discutere delle tematiche più calde. Fra queste il discorso dei calendari sempre più fitti e della sovrapposizione dei match.
Il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini ha sollevato questo problema mettendo in luce la necessità di trovare soluzioni adatte ad un calendario ricco di impegni nazionali ed internazionali. Il cuore della questione è il crescente numero di impegni che le squadre italiane devono affrontare, soprattutto quando sono coinvolte nelle competizioni europee. La Serie A, pur essendo un campionato di alto livello, sta accusando una sovrapposizione di partite che mette a dura prova giocatori, allenatori e società.
La voce di Casini è solo l’ultima in una serie di preoccupazioni espresse dai vari protagonisti del mondo del calcio italiano. Il calendario, spesso caotico e poco logico, mette a repentaglio la forma fisica e mentale dei giocatori, che si trovano a dover disputare partite di altissimo livello ogni pochi giorni. Il rischio di infortuni è sempre in agguato.
Logicamente, il denaro è il motore di tutto ciò. Dai diritti televisivi alle sponsorizzazioni, il calcio è diventato un business sempre più complesso. Le squadre sono spinte a partecipare a più competizioni per garantire introiti sempre maggiori, ma questa corsa al profitto rischia di avere conseguenze negative sullo spettacolo e sulla salute dei giocatori.
La sovrapposizione dei match come un’opportunità?
Sovrapposizione delle partite: rischio o vantaggio?
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La questione della sovrapposizione dei match, tuttavia, non si limita solo ad un discorso tecnico e fisico: Casini ha sollevato il problema anche dal punto di vista organizzativo.
Il calendario è sempre più fitto e trovare spazi per le partite di Serie A e Coppa Italia diventa sempre più complicato. Ecco quindi che la proposta di ridurre il numero di squadre in Serie A da 20 a 18 – con conseguenti cambiamenti anche per la Serie B e C – potrebbe essere una valida opportunità per attuare una delle tante riforme proposte dai grandi club. Un numero minore di squadre partecipanti garantirebbe meno partite, almeno ai più alti livelli, con un conseguente miglioramento delle prestazioni dei singoli giocatori – i quali godrebbero di un maggior riposo fra un impegno e l’altro.
Tuttavia, i tempi non sembrano ancora esser maturi per questo. La maggior parte delle squadre di Serie A non è d’accordo e quindi la proposta per il momento è stata respinta. Ma qualcosa a livello organizzativo deve cambiare.
Casini ha quindi menzionato la possibilità di valutare format alternativi, cercando di creare un modello unico per la Lega Serie A. La volontà di non copiare da altre leghe, come la Premier League, evidenzia la ricerca di una soluzione che possa essere adattata alle specificità del calcio italiano: la Serie A vuole diventare un esempio da seguire senza dover imitare schemi già esistenti altrove.
La situazione è complessa e richiede una riflessione profonda da parte delle autorità calcistiche. La sovrapposizione dei match può rappresentare un rischio, ma anche un vantaggio se gestita con saggezza. La chiave potrebbe essere una riforma del calendario che tenga conto delle esigenze delle squadre, dei giocatori e dei tifosi, che vogliono assistere a partite di qualità senza compromettere la salute degli atleti. Resta da vedere come la Lega Serie A affronterà questa sfida e se riuscirà a trovare una soluzione equilibrata per tutti i protagonisti coinvolti.