Pagliuca punta il dito contro Ibrahimovic: l’ex portiere della Sampdoria dice la sua su Facebook sull’assenza dell’attaccante ai funerali di Mihajlovic
La morte di Sinisa Mihajlovic è stato un lutto che ha toccato e tocca ancora il cuore di molti. Il serbo aveva tanti amici, buona parte dei quali hanno voluto essere presenti in prima persona ai funerali tenutisi a Roma il 19 dicembre scorso presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli. Ma non tutti c’erano.
Ha fatto discutere soprattutto l’assenza di uno dei più intimi amici di Mihajlovic, Zlatan Ibrahimovic. Prima di tutto dalla Serbia lo hanno accusato di essersi dimenticato di Sinisa. Poi dopo ci ha pensato Gianluca Pagliuca, ex portiere della Sampdoria e soprattutto compagno di squadra del serbo. L’attaccante del Milan, infatti, il giorno prima delle esequie era in Qatar ad assistere alla finale del Mondiale tra Argentina e Francia. Il giorno dopo non si è presentato a Roma, laddove ad esempio Dejan Stankovic ha fatto di tutto per esserci, partendo dalla Turchia e rinviando di un giorno un’amichevole già organizzata.
Sampdoria, Pagliuca punta il dito contro Ibrahimovic: “Come mai non eri ai funerali del tuo amico Sinisa?”

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L’assenza di Ibrahimovic ha infastidito Pagliuca, che ha scelto Facebook per puntare il dito contro lo svedese. L’ex portiere ha dapprima condiviso un post che contiene una frase di una recentissima intervista dell’attaccante, a cui poi il numero uno della Sampdoria dello scudetto ha aggiunto il suo commento.
Invece di fare il fenomeno in Qatar…come mai non c’eri al funerale del tuo amico Sinisa???
Anche Pagliuca dunque si unisce a coloro che hanno mal visto la decisione di Ibrahimovic di non presenziare al funerale. Come l’attaccante del Milan anche altri grandi amici di Mihajlovic non c’erano, ad esempio Zdenek Zeman, che ha giustificato però la sua assenza con il troppo dolore procurato dalla sua morte. Il portiere della Sampdoria di Vujadin Boskov invece sembra non aver gradito l’assenza del calciatore che negli anni ha più volte ribadito di avere un profondo rapporto con l’allenatore prematuramente scomparso.