Il presidente della Lega Serie B, Paolo Bedin, fa luce sull’urgenza di ammodernare gli stadi in Italia, ora che la normativa c’è. Ma i club non vanno lasciati soli
È il momento di accelerare per i nuovi stadi. L’Italia del calcio non può più aspettare per intervenire sugli impianti sportivi vecchi del nostro paese, che richiedono interventi di ammodernamento o rifacimento seri e tempestivi. Il ritardo del pallone tricolore rispetto ad altri stati d’Europa sulle strutture è ormai tema dibattuto. E anche il presidente della Lega Serie B, Paolo Bedin, ha voluto fare un appello a incominciare da subito a cambiare le cose.
Intervenuto al convegno “Stadi Intelligenti e Sostenibili: Verso una Nuova Era dello Sport in Italia”, organizzato nella Sala Zuccari a Palazzo Giustiniani al Senato, Bedin ha sottolineato che
Non possiamo più avere alibi, il sistema sportivo italiano non ne può più fare a meno. Abbiamo un percorso normativo definito, che ci permette di intraprendere una progettualità e notiamo grande sensibilità da parte sia delle proprietà dei club, sia degli organi locali che della politica nazionale sul tema
La normativa ora esiste e permette di seguire tappe ben definite per la realizzazione di nuovi impianti, o per ammodernare quelli vecchi. Anche se i costi sono elevati e le società non vanno lasciate sole. Prosegue Bedin:
Per i club la realizzazione di uno stadio è un passo complesso, in quanto si tratta di un investimento importante in termini economici e il ritorno è a medio-lungo termine, spesso a 20-30 anni. Il tema della capacità di investimento da un lato e dell’accesso al credito dall’altro diventano quindi focali. Su questo dobbiamo riflettere insieme alla politica e al sistema bancario e finanziario per trovare meccanismi di stimolo e supporto
Serie B, Bedin al convegno sugli stadi italiani: “Società non vanno lasciate sole. Ruolo più attivo anche dalle leghe”
Serie B, il presidente Paolo Bedin: stadi nuovi? Basta alibi, serve accelerare…
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Per esempio, per il Luigi Ferraris, Sampdoria e Genoa stanno cooperando con Cds Holding per l’acquisto dal Comune di Genova e poi per il successivo restyling. Un investimento che le due società condurranno insieme, per un impianto di grandi dimensioni e valenza storica. Nonché un candidato ad ospitare qualche partita degli Europei 2032.
Ma ci sono altri stadi, in uso ad altre società, che non hanno qualcuno con la forza economica di Genoa e Sampdoria. Anche per questo, ribadisce Bedin al convegno, non bisogna lasciare che siano solo i presidenti e proprietari delle squadre a farsi carico dei lavori. Comprese le Leghe del calcio italiano:
Il Governo con il Ministro Abodi ha posto il tema della riqualificazione infrastrutturale tra i suoi obiettivi e anche il Parlamento, con i lavori della VII Commissione, ha fatto un lavoro egregio. Ora anche da parte nostra ci vuole un ruolo più attivo, le leghe al proprio interno devono organizzarsi per supportare, stimolare, accompagnare i nostri club almeno nella fase informativa, sé non proprio nel processo di analisi di fattibilità e di progettazione preliminare. Lasciare il tema alla sensibilità e capacità di investimento del singolo imprenditore o club, così come di interlocuzione con le istituzioni locali, significa estraniarsi da questa responsabilità